Questi rettili riescono a sopravvivere a temperature inferiori allo zero grazie alla brumazione, qualcosa di simile al letargo dei mammiferi. E appaiono “ibernati” sotto il pelo dell’acqua con il naso sollevato per respirare.
I due levrieri adottati hanno accusato duramente la scomparsa della loro umana. «Ora Jim non si separa dal pupazzo che gli hai regalato e conserva ancora il tuo odore. Lady ti cerca con lo sguardo nella linea in cui il mare si incontra col cielo», sono le toccanti parole di Azzurra rivolte alla madre Sandra Milo.
Se ne è parlato nel corso del convegno organizzato da OIPA e Ministero dell’Istruzione. «La strada maestra è l’educazione, così preverremo non solo i reati contro la natura ma anche le altre forme di violenza».
Eletta da Pro Natura come ambasciatrice dei paesaggi antropizzati utili anche ad altri animali.
La decisione di istituire uno speciale gruppo di lavoro per questi reati, tra i primi in Italia, è motivata anche dal tragico caso di Aron, il cane bruciato vivo nel centro del capoluogo siciliano, che ha sollevato un’ondata di indignazione in tutto il Paese.
La femmina di pastore tedesco di circa 8 anni è stata presa in custodia dalla dog trainer Fabiana Belloni che si occuperà di lei.
Ha sempre diviso la sua vita con i cani, specialmente quelli meno fortunati, e si è impegnata in prima persona al fianco delle associazioni che si battono per la tutela dei loro diritti.
Non è il primo esponente della casa reale ad incontrare l’animale, tra i più longevi al mondo. Lo avevano già fatto i suoi genitori, la regina Elisabetta e il principe Filippo, i suoi nonni, re Giorgio VI e la regina Madre, e persino la zia, la principessa Margareth. The Queen incontrò l’animale per la prima volta addirittura nel 1947, quando non era ancora salita sul trono.
L’animale è ormai diventato famoso sui social network, ma il suo comportamento anomalo potrebbe metterlo a rischio. Per questo alla popolazione è stato consigliato di evitare qualsiasi interazione.
Troppi cani e gatti a danno degli altri animali. Così i ricercatori si appellano a una «corretta rappresentazione della biodiversità».
