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Le emoji discriminano gli animali. Ci sono pochissimi insetti e crostacei  

Troppi cani e gatti a danno degli altri animali. Così i ricercatori si appellano a una «corretta rappresentazione della biodiversità».

di Redazione

Ci vorrebbe democrazia e rappresentatività anche nel mondo delle emoticon. È quello che pensano i biologi ambientalisti dell’Università statale di Milano. Convinti che alcuni gruppi di animali – come insetti, aracnidi, antropoidi e altre specie – siano decisamente sottorappresentati. Mentre cani e gatti imperversano.   

È questo, infatti, l’oggetto di uno studio condotto dai ricercatori con l’intenzione di comprendere come il linguaggio degli emoji sia in grado di raccontare la biodiversità. Il lavoro, intitolato “Biodiversity communication in the digital era through the Emoji tree of life”, è stato pubblicato su iScience. La conclusione dei ricercatori è che l’attuale varietà di emoji disponibili sotto-rappresenta notevolmente la diversità di invertebrati.  

Troppi gatti, insomma, non abbastanza insetti e crostacei. «La conservazione della biodiversità può progredire solamente con la partecipazione ed il supporto della società. Una comunicazione efficace è essenziale per raggiungere più persone possibili e renderle partecipi delle problematiche relative alla conservazione della biodiversità», spiegano Stefano Mammola, Mattia Falaschi, Gentile Francesco Ficetola, biologi ambientalisti dell’Università di Milano. «In questo senso, nell’era digitale, le emoji sono uno strumento chiave per comunicare, anche su temi attuali come la biodiversità e la conservazione della natura». 

I ricercatori hanno quindi analizzato la sezione “Animals & Nature” di Emojipedia, un database che fornisce informazioni sulle emoji riconosciute dallo standard Unicode,  per capire quanto bene queste rappresentino la diversità degli esseri viventi. Le emoji – emerge dalla ricerca – rappresentano un gran numero di organismi diversi, almeno 112. Tra queste, 92 specie animali e 16 piante, mentre funghi e batteri sono attualmente rappresentati da una singola emoji ciascuno. Tra gli animali, il 76% degli emoji rappresenta vertebrati, il 16% artropodi, mentre molluschi, cnidari e anellidi costituiscono rispettivamente il 4%, 2%, e 1% degli emoji disponibili.   

«Ma nel mondo reale la situazione è capovolta, con “solo” 85,000 specie di vertebrati e oltre 1,3 milioni di artropodi (insetti, crostacei, aracnidi…). I nostri risultati mostrano che l’attuale varietà di emoji disponibili sotto rappresenta notevolmente la diversità di invertebrati», aggiungono gli autori dello studio. Ci sono, però, anche note positive: la diversità rappresentata dalle emoji è aumentata notevolmente nel tempo. Nel 2015 erano disponibili solo 45 emoji di animali. E ora numero è più che raddoppiato (92 animali), e finalmente sono disponibili anche emoji che raffigurano gruppi poco carismatici (ma importantissimi) come il lombrico e i coralli.   

(Foto d’apertura: https://lastatalenews.unimi.it)

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