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Le renne, il bue e l’asinello. Il podcast dedicato agli animali straordinari del Natale  

Aiutano Babbo Natale a consegnare i regali in giro per il mondo e riscaldano Gesù Bambino nella mangiatoia. Missioni diverse che li rendono però ugualmente speciali. Ascoltiamo, insieme, le loro storie.

di Redazione

Se bue e asinello sono gli assoluti protagonisti del presepe, soprattutto per i più piccoli gli animali simbolo del Natale diventano le renne. Sono loro, infatti, a trainare la slitta di Babbo Natale in tutto il mondo. Una slitta carica di regali. E onestamente non esistono altre parole per definire questa impresa se non straordinaria. Ascoltiamo insieme le loro storie in questa puntata speciale del podcast “Una storia bestiale”.  

Le Renne di Babbo Natale devono la loro origine a una poesia del 1823, attribuita a Clement Clarke Moore, anche se la paternità, mai chiarita definitivamente, potrebbe anche essere di Henry Livingston. Intitolata “A Visit from St. Nicholas” è decisamente più conosciuta però con il suo incipit, ovvero “Twas the Night Before Christmas”, in italiano, “Era la notte prima di Natale. Un canto da cui nasce la figura del moderno Babbo Natale seduto sulla sua slitta piena di regali, trainata inizialmente da otto renne volanti che per la prima volta hanno perfino un nome, a cui poi è stato associato un preciso carattere e una storia. 

Troviamo così Vixen: è la prima scelta a far parte delle renne di Babbo Natale. Il suo mantello dorato e ha ben due code. Alla fine dell’inverno, al cambio del manto, Santa prende tutti i suoi crini dorati caduti a terra e li porta in dono ai bambini più poveri. Blitzen è la gemella di Vixen, anche lei scintillante con il suo pelo color oro, ma sempre raffreddata. Così dal naso le cadono sempre goccioline che scendono fino a terra e poi si trasformano in fiorellini appena sbocciati. Dasher è, invece, la renna più coraggiosa nata con lunghi denti da castoro, suo punto di forza. È stata cresciuta a carote dalla madre che, spaventata per i denti, non volle allattarla. Questa renna, una volta cresciuta, ha poi imparato a usare i suoi incisivi per difendere i regali di Natale da qualunque malintenzionato voglia avvicinarsi per rubarli. 

C’è poi Dancer, la renna ballerina che sa tenere ogni ritmo e affascinare con i suoi leggiadri movimenti. E accanto a lei corre Prancer: la renna timida del branco pronta ad arrossire ogni volta che viene nominata o semplicemente osservata. È stata salvata da Babbo Natale mentre si nascondeva impaurita dietro un cespuglio. La più veloce di tutti, invece, è Comet: quella che non dorme mai. Il suo nome deriva dalla striatura che appare in cielo durante il suo passaggio. È sempre pronta a sfrecciare nella volta celeste per cogliere al volo ogni desiderio che viene espresso da riferire a Babbo Natale. 

Completano la squadra Cupid, docile e dal pelo lunghissimo con una macchiolina a forma di cuore sul morbido petto, proprio come Cupido. Questa renna ha il potere dell’amore oltre al compito di leggere le letterine che arrivano a Babbo Natale e di scegliere ogni anno quella scritta dal bambino più buono. E Donder: la renna cantante e imitatrice. Babbo Natale pare l’abbia scoperta per caso nel bosco, sentendola canticchiare felice tra una brucata e l’altra. Riesce a riprodurre anche le voci umane maschili e femminili. Se un bimbo fa i capricci lo rimprovera imitando la voce dei genitori. 

C’è poi una nona renna. Forse la più conosciuta. Si chiama Rudolph e diversamente dagli altri animali della sua specie, possiede un insolito naso rosso e luminoso. A causa di questa sua strana caratteristica, il piccolo Rudolph era deriso ed marginato dalle altre renne. Fino a quando fu lui a salvare il Natale. Una sera di Vigilia, infatti, Babbo Natale era preoccupato molto più del solito. Era prevista una fortissima nebbia, così densa da impedire alle sue renne di solcare il cielo. Allora notò il naso luminoso di Rudolph e chiese alla piccola renna se fosse stata disposta ad illuminare il sentiero per rendere possibile la consegna dei regali. Rudolph, ovviamente accettò l’incarico e, da quella notte, venne premiato entrando a far parte della squadra principale delle renne di Babbo Natale. La storia di Rudolph ha origine a New York, da una pubblicazione del 1939. Allo scrittore Robert L. May fu commissionata, dalla casa editrice Montgomery Ward, una storia natalizia che avesse come protagonista un animale. Robert scelse la renna, che la figlia di 4 anni Barbara aveva amato visitando lo zoo di Chicago. La poesia fu distribuita in 2,4 milioni di copie e fu un successo. La versione musicata, diventata la canzone natalizia per antonomasia nei Paesi anglosassoni, fu registrata nel 1949 ed ebbe come primo interprete il “cantante cowboy” Gene Autry.  

Famose per i loro palchi di corna le renne potrebbero però nascondere un segreto. In generale, infatti, i maschi perdono le corna dopo la stagione degli accoppiamenti che si estende da ottobre fino ai primi di novembre, mentre le femmine le perdono in primavera. Ne deriva dunque che le renne di Babbo Natale debbano essere tutte femmine, Rudolf compreso. Almeno questo è quello che sostiene l’Alaska Department of Fish and Game, agenzia governativa dello stato americano. In realtà, non tutti sono d’accordo con questa versione dei fatti. Altri studiosi, infatti, sostengono che alcune renne di sesso maschile possano mantenere le proprie corna almeno fino al 24 di dicembre. Non è così inusuale. Specialmente se parliamo di quegli animali che sono in grado volare. Quello che conta, comunque, al di là del loro sesso, è che ogni anno riescano a rinnovare la magia del Natale.  

(Foto d’apertura: @santaclausoffice)

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