Salvare i canguri dall’industria della pelle: il ruolo dell’Italia nel commercio che minaccia la fauna australiana
La caccia ai canguri in Australia continua a mietere vittime, alimentata da una filiera che attraversa l’oceano e arriva fino all’industria conciaria italiana. Ma c’è chi non sta a guardare. La LAV (Lega Anti Vivisezione) ha avviato una collaborazione con Adelaide Hills Kangaroo Rescue per soccorrere cuccioli orfani e animali feriti, dando loro una seconda possibilità di vita
di Marta Mancosu
La campagna #SalvaCanguri, lanciata dalla LAV alla fine del 2019, segna un nuovo passo avanti con un intervento diretto in Australia.
Ogni anno, decine di migliaia di canguri vengono uccisi per scopi commerciali, lasciando dietro di sé un numero incalcolabile di cuccioli orfani destinati a morire senza cure. Proprio a loro si rivolge l’impegno dell’associazione animalista italiana, che ha scelto di sostenere attivamente il lavoro sul campo di Linda White e Courtney D’Crus, ‘wildlife carers’ dell’Adelaide Hills Kangaroo Rescue, un rifugio che si occupa di recuperare e curare canguri in difficoltà e la cui pagina Facebook si impegna quotidianamente ad aggiornare la popolazione su cosa fare per proteggere queste meravigliose creature.
Questi animali, infatti, non devono fare i conti solo con la caccia commerciale, ma anche con incendi, inondazioni, incidenti stradali, avvelenamenti e con le recinzioni che attraversano e frammentano il loro habitat. Ed è proprio nelle situazioni più critiche che intervengono volontari e operatori come Linda e Courtney, che da oltre dieci anni si prendono cura dei canguri feriti e orfani 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Il massacro silenzioso: numeri e impatto
Il South Australia è uno degli Stati più pericolosi per i canguri: l’intero territorio, a eccezione della città di Adelaide, è aperto alla caccia commerciale. Secondo i dati del Dipartimento dell’Ambiente australiano, ogni anno vengono abbattuti circa 100.000 canguri solo in questa regione.
Tra le specie più colpite troviamo il Canguro Rosso (Macropus rufus), il Canguro Grigio Occidentale (Macropus fuliginosus), il Canguro Grigio Orientale (Macropus giganteus), l’Euro (Macropus robustus) e il Wallaby Tammar (Macropus eugenii).
Ma il problema non è solo australiano. L’industria conciaria italiana è uno dei principali acquirenti della pelle di canguro. Tra il 2019 e il 2022, l’Italia ha importato ben 381 tonnellate di pelli di canguro, risultando il primo Paese europeo per importazione e il quinto a livello globale, dopo Turchia, Pakistan, India, Indonesia e Vietnam. Un dato allarmante che sottolinea il ruolo del nostro Paese in questo commercio sanguinoso.
I cuccioli: le vittime dimenticate
Ogni canguro ucciso può lasciare fino a due cuccioli orfani: un “pouch-young”, un piccolo ancora nel marsupio, e un “young-at-foot”, già in grado di muoversi ma ancora dipendente dalla madre.
I cuccioli appena nati misurano solo 2 centimetri e rimangono nel marsupio per circa 6 mesi, completando lo svezzamento intorno ai 18 mesi. Quando la madre viene abbattuta, il piccolo nel marsupio muore quasi sempre, mentre il giovane a terra si ritrova solo e indifeso, con scarsissime possibilità di sopravvivenza.
Grazie al supporto di LAV, l’Adelaide Hills Kangaroo Rescue può continuare a garantire cure e assistenza a questi piccoli, permettendo loro di crescere in sicurezza fino al rilascio in natura. L’impegno di volontari come Linda e Courtney fa ogni giorno la differenza tra la vita e la morte per centinaia di canguri.
Il lavoro indefesso, e l’amore che il rifugio ripone nella salvaguardia di questa specie animale è a 360°: il grido d’aiuto pubblicato su Facebook è collettivo, un vero e proprio invito all’azione.
«La nostra voce ha dato loro questa possibilità. Ma ora tocca a voi. Se ci lasciamo sfuggire questa opportunità, potremmo non averne un’altra. I canguri non possono parlare da soli. Contano su di voi. Le loro vite, le loro sofferenze, la loro sopravvivenza: tutto dipende dalla vostra voce. Non deludeteli. Agisci oggi. La vostra voce è la loro unica speranza», si legge nell’ultimo post pubblicato.
Cosa possiamo fare in concreto?
L’Italia non può ignorare il suo ruolo in questa catena di sfruttamento. Sostenere associazioni come la LAV e l’Adelaide Hills Kangaroo Rescue significa contribuire a salvare vite e contrastare un’industria che sfrutta e uccide questi animali per il profitto.
“Con la campagna Salva Canguri avviata da LAV nel 2019 e parte di una campagna globale, abbiamo ottenuto importanti risultati con alcune aziende che, sensibilizzate, hanno subito dismesso le produzioni”, ha spiegato Simone Pavesi, Responsabile LAV Area Moda Animal Free. “In passato l’Italia è stato paese guida in Europa per il divieto all’import di pellicce di foca, oggi, con la proposta di legge C.961 (prima firmataria On. E. Evi) l‘Italia ha la possibilità di intervenire per contrastare l’uccisione di oltre 1,5 milioni di canguri l’anno ed essere il primo Stato membro a farlo”.
Informarsi, sensibilizzare, scegliere prodotti cruelty-free e fare pressione affinché il nostro Paese vieti l’importazione di pelli e carne di canguro sono passi fondamentali per fermare questa strage silenziosa.
Perché salvare un canguro significa salvare un ecosistema, e soprattutto, restituire dignità e rispetto a esseri viventi che meritano di vivere liberi nel loro habitat naturale.
Foto: AHKR for LAV
Copyright © 2025 – Tutti i diritti riservati