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Pescatore dal cuore d’oro: trova un’aragosta blu rarissima e la libera in mare

Tom Lambourn, un giovane pescatore inglese, ha trovato un’aragosta blu durante una battuta di pesca. Invece di venderla o mangiarla, ha deciso di rimetterla in mare, un gesto di generosità e rispetto per la natura. L’aragosta blu è simbolo di buon auspicio ed è estremamente rara. La sua del pescatore ci ricorda l’importanza di tutelare la biodiversità marina e di agire con responsabilità per preservare l’ambiente.

di Pietro Santini
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Tom Lambourn, 25 anni, si è imbattuto in un’aragosta blu durante una normale giornata di pesca, ma invece di venderla o metterla nel piatto, ha deciso di riportarla in mare, nel suo habitat naturale. Un gesto di grande generosità da parte del giovane pescatore della Cornovaglia.

Lambourn, consapevole della rarità della sua fortuita scoperta, ha preferito darle una seconda possibilità di vita. L’esemplare di aragosta blu in questione era inoltre troppo piccolo per essere pescato legalmente, questo va detto. Ma non era una scelta così scontata quella dell’uomo inglese.

“È la mia seconda stagione di pesca, quindi mi sento davvero fortunato”, ha dichiarato Tom. “Se fosse stata più grande, l’avrei portata all’istituto National Hatchery. Ma era sottodimensionata, e non potevo tenerla.” Una scelta consapevole quindi, che va oltre la “fortuna del principiante” citata dal pescatore il quale, senza esitazioni, ha anche sottolineato l’importanza di tutelare queste creature speciali. “Rilasciarla in mare è stato il modo migliore per garantirle un futuro.”

Le aragoste blu sono considerate un simbolo di buon auspicio dai pescatori, che ne riconoscono l’estrema bellezza e la rarità. L’anno scorso, ad esempio, un altro pescatore in Galles ha catturato un’aragosta blu zaffiro e l’ha rimessa in libertà. Un episodio simile è successo di recente anche in Francia, nell’Île d’Yeu, un’isoletta famosa proprio per la pesca di tonni e aragoste, dove un venditore ha deciso di ridare la libertà al crostaceo, rilasciandolo (in accordo con le autorità competenti) in una zona dove la pesca è vietata.

In Italia invece, è ancora vivo il ricordo dell’invasione dei granchi blu, nemici giurati di Luca Zaia, governatore della Regione Veneto dove, nel corso del 2023, ne sono state raccolte addirittura 329 tonnellate. E se nella regione di San Marco è stato dichiarato lo stato di emergenza a tutela dei pescatori, in Emilia-Romagna è iniziata l’esportazione di questo crostaceo locale oltre oceano. Vicende che, per quanto simili, mostrano diverse sfumature di blu.

Ma perché esistono aragoste e crostacei di colore blu?

Le aragoste sono naturalmente di colore scuro, però siamo forse (purtroppo) più abituati ad associarle a quel colore acceso tendente al rosso che assumono una volta cotte. Tuttavia, come dimostra la storia di Tom Lambourn o di altri pescatori, è possibile, se pur raro, trovare in natura degli esemplari di altre colorazioni, tra cui appunto il blu. Queste creature marine sono rese uniche da una mutazione genetica che produce un’eccessiva quantità di una proteina che, combinandosi con un carotenoide rosso, crea un pigmento biologico chiamato crustacianina. Oltre alle rarissime aragoste blu, che si stima abbiano una probabilità di esistere di una su due milioni, e ai (non così rari) granchi blu, ci sono anche altri esemplari di crostacei con colorazioni insolite, come l’aragosta arancione e l’aragosta albina, ancora più rara, con una probabilità di esistere di una su cento milioni.

Queste scoperte ci stupiscono, ci invitano a riflettere sul valore della vita marina e ci ricordano la straordinaria biodiversità del nostro pianeta, un patrimonio da custodire con cura e responsabilità.

In apertura: Il pescatore e l’aragosta blu.

Foto: Facebook @Kitty’s Lobster, Crab & Seafood Shack

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