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Per gli anziani, gli animali sono veri “dottori a quattro zampe”

La vicinanza di un animale domestico può essere realmente un toccasana per chi ha superato la soglia della vecchiaia. A certificarlo, oltre un grande numero di studi, è stato il 69° Congresso della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, che sottolinea benefici come minore pressione arteriosa, calo del colesterolo e una protezione da infarti e ictus. Gli effetti si allargano anche alla salute mentale, riducendo il senso di solitudine e vuoto, normalmente in crescita nel periodo delle feste

di Lorenzo Sangermano
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Gli animali domestici sono molto più che semplici compagni: per le persone anziane possono addirittura rappresentare una fonte di benessere fisico, psicologico e sociale. Studi recenti, tra cui quelli presentati al 69° Congresso della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), hanno confermato che avere un cane, un gatto o un altro animale domestico può abbassare la pressione arteriosa, alleviare la solitudine e persino ridurre la mortalità per patologie cardiovascolari.

Secondo i geriatri della SIGG, la relazione con animali domestici come cani e gatti potrebbe generare un risparmio di circa 4miliardi di euro l’anno per il Sistema Sanitario Nazionale, attraverso una riduzione del 15% delle visite mediche e la diminuzione del ricorso a farmaci. I risultati sono frutto di una serie di studi clinici che hanno osservato come la loro compagnia stimoli l’attività motoria, mantenga stabile la pressione arteriosa e rallenti il ritmo cardiaco e respiratorio, proteggendo così da infarti e ictus.

Ma come agiscono questi “dottori a quattro zampe”? Secondo gli esperti il semplice fatto di prendersi cura di un animale domestico può avere un effetto positivo a livello fisico. “Lo stimolo all’attività motoria derivato dal rapporto di accudimento dell’animale da parte dell’anziano porta a vere e proprie modificazioni dei parametri fisici”, spiega Andrea Ungar, presidente della SIGG e dell’Associazione VETeris.

Numerose ricerche hanno dimostrato come il solo gesto di accarezzare un animale domestico possa generare alterazioni fisiologiche benefiche, tra cui la riduzione della pressione arteriosa, del colesterolo e dei trigliceridi. Uno studio pubblicato su un portale scientifico, intitolato Circulation: Cardiovascular Quality and Outcomes ha anche evidenziato come possedere un cane sia in grado di ridurre del 33% il rischio di morte nei pazienti che hanno subito un infarto e vivono da soli.

Gli effetti positivi non si limitano però alla sola sfera fisica. I quattrozampe possono infatti essere preziosi alleati per la salute mentale degli anziani. “La capacità degli animali di sviluppare un complesso sistema comunicativo non verbale con gli esseri umani, che nulla ha a che fare con il linguaggio e la memoria, competenze spesso compromesse in presenza di demenza, è alla base del loro utilizzo come terapia complementare”, sottolinea Marco Melosi, vicepresidente di VETeris.

Un recente studio condotto dall’associazione VETeris e dall’organizzazione Humanimal in una residenza sanitaria assistenziale di Firenze ha rivelato che interventi assistiti con cani addestrati hanno ridotto i disturbi psico-comportamentali associati alla demenza dell’83,3%.

Questo tipo di terapia ha migliorato non solo l’umore e il comportamento degli anziani, ma anche la loro postura, il contatto visivo e la capacità di interagire con gli altri, inclusi operatori sanitari e familiari.

Oltre a prevenire eventuali malattie, la vicinanza di un animale permette di evitare un pericolo ugualmente minaccioso: la solitudine dei più anziani. “Attraverso l’accudimento, gli animali aiutano a colmare il senso di solitudine e inutilità, donando benessere e gratificazione affettiva di grande valore”, ha spiegato Chiara Mussi, geriatra dell’Università di Modena e Reggio Emilia e co-fondatrice di VETeris.

Questo aspetto può acquistare maggiore importanza durante le festività di fine anno, quando il senso di vuoto e isolamento può essere avvertito ancora più forte. “Il periodo delle feste può sicuramente aumentare l’ansia e la depressione anche nell’anziano senza specifiche patologie, soprattutto se ha da poco perso una persona cara”, ha sottolineato Mussi. “In queste situazioni, il contatto con un animale può funzionare come un vero antidoto”.

Foto: IPA

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