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“Cani e gatti sono ancora un bene di lusso: servono ambulatori gratuiti e il taglio dell’IVA sui loro prodotti”

In occasione dell’uscita del suo nuovo libro “La politica degli animali”, Petme ha intervistato il presidente della LAV Gianluca Felicetti. Che si batte perché le istituzioni e le leggi si prendano cura e tutelino ogni essere senziente. Con un occhio particolare per i più fragili.

di Redazione
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“Un’estate di molti anni fa, quando ero bambino e trascorrevo le vacanze in campagna con i miei genitori, per combattere la noia infinita di quei giorni andavo a pescare. Sì, lo facevo. Quasi tutti i pomeriggi, con la canna da pesca in mano, raggiungevo a piedi il ruscello: e passavo vicino a un cane che usavano per la caccia, un setter tenuto alla catena, che mi abbaiava contro.
“Finché arrivò quel giorno. Andavo a pescare come al solito, ma il setter non era legato e il cancello del suo giardino era aperto. Fu un attimo: il cane mi assalì e mi diede un morso, quasi rimase appeso ai miei pantaloni, come nei cartoni animati. Mi spaventai molto.
“Solo molti anni più tardi, ormai adulto, capii che quel setter aveva ragione. A sbagliare ero stato io, che senza volerlo lo spaventavo con la canna da pesca e che quel pomeriggio feci l’errore di darmela a gambe. La colpa non è mai degli animali”.

Petme ha intervistato il presidente della LAV Gianluca Felicetti in occasione dell’uscita del suo nuovo libro, “La politica degli animali”, edizioni PeoplePub, “perché occuparsi di animali non vuol dire solo salvarli: riconoscere i loro diritti è politica”, ha dichiarato Felicetti. Il libro è rivolto anche a chi la politica “la fa” e ai rappresentanti istituzionali. Perché le cose possano cambiare, in meglio.

Iniziamo da un’affermazione che dovrebbe essere scontata: gli animali sono esseri senzienti e di conseguenza vanno tutelati e protetti.
“Lo stabilisce anche la modifica dell’articolo 9 della Costituzione, che è di due anni fa: ‘La Repubblica tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali’. Un passo avanti importante, anche se noi avremmo voluto di più. 
“Un tempo gli animali erano vergognosamente definiti ‘prodotti agricoli’. Dal 2004 il Codice penale italiano prevede la considerazione giuridica degli animali. Il nostro Codice civile è invece rimasto indietro: gli animali sono ancora indicati come ‘beni mobili’, come oggetti. Possono essere ceduti, valutati economicamente… Riteniamo normale che gli animali possano essere venduti e acquistati, che si attribuisca loro un valore economico: ecco, finché non scardiniamo questo punto base, siamo fermi.
Per gli animali noi italiani non abbiamo ancora abolito la schiavitù”.

Di questo lei spiega nel suo libro “La politica degli animali”.
“Racconto della necessità di un cambiamento culturale – solo in parte avvenuto -, di come sia mutata la sensibilità delle persone, e auspico che le normative viaggino di pari passo. La sensibilità la cogliamo tutti nella quotidianità, ma l’opinione comune non si traduce poi in scelte concrete, sia delle persone sia della politica. L’articolo 9 della Costituzione è stato anzi ignorato dalla politica, che a tratti si muove addirittura nella direzione opposta. Ora in Senato stiamo facendo il punto con giuristi, magistrati e forze di polizia: attraverso qualche caso giuridico favorevole bisogna arrivare a rivolgersi alla Corte Costituzionale, così che alcune leggi o parti di leggi che confliggono con l’articolo 9 vengano dichiarate anticostituzionali”.

“In assenza di una mutua per cani e gatti, servono prezzi calmierati per le cure mediche”.


E’ sentire comune che cani e gatti siano parte integrante delle nostre famiglie. Eppure tenerli con noi è ancora un lusso.
“E’ così. Il messaggio che viene dallo Stato é: cani e gatti sono beni di lusso, come lo champagne, come una grossa automobile. Sul loro cibo, e sulle cure veterinarie necessarie, viene ancora applicata l’IVA al 22%. Non c’è alcun tipo di aiuto nemmeno quando il cane viene salvato dalla strada o da un canile, con conseguente risparmio dell’erario pubblico. I costi per il loro mantenimento ricadono integralmente sui cittadini. 
“Consideriamo ciò inaccettabile. In assenza di una mutua per cani e gatti, abbiamo un’emergenza che dovrebbe fare istituire una veterinaria sociale. Servono ambulatori veterinari delle Asl gratuiti o a tariffe calmierate per chi ha un Isee molto basso, e l’IVA va ridotta”.

La cronaca ci riporta casi drammatici di cani che attaccano le persone: qual è il suo pensiero sui cani cosiddetti pericolosi?
“Alla fine degli anni 90 il ministro della Salute Sirchia fece stilare una lista nera e alcune razze di cani furono bandite. Questo elenco venne opportunamente cancellato da un’attenta sottosegretaria alla salute, Francesca Martini, la quale poi emanò la seconda ordinanza, tuttora vigente, sulle responsabilità di chi vive con un cane e sui corsi per ottenere il famoso patentino. L’amara considerazione è che 25 anni dopo la politica non ha trovato ancora il tempo di approvare una legge sul tema. Tutti i ministri della Salute hanno prorogato l’ordinanza e il tema è finito nel dimenticatoio”. 

Dunque non tutti possono prendere in casa tutte le razze di cani.
“Va rifondato il rapporto con i cani, basato sulla conoscenza delle caratteristiche di quella specie e anche di quel cane in particolare. E poi bisogna avere un minimo senso civico: se abbandono un cane cosa rischio, oltre naturalmente rispettare l’obbligo dell’iscrizione all’anagrafe canina e del microchip. Certo, va scardinata l’idea che qualunque persona possa avere qualunque cane, in qualsiasi situazione. Vivere con un cane è una responsabilità enorme sotto molti aspetti”.

“Cani e gatti anziani adottati dagli anziani: faremo presto una nuova campagna”, dice Felicetti.


Quali sono stati gli animali accolti nella sua famiglia?
“Quando avevo 17 anni ho fatto la mia prima adozione, un cane abbandonato per strada. L’avevamo chiamato Orazio, si rivelò poi epilettico e la convivenza all’inizio non fu semplice, soprattutto per mia madre che non era tanto dell’idea di accoglierlo in casa. Poi se ne è completamente innamorata. Orazio è morto per avvelenamento urbano, è stato vittima di bocconi letali. Qualche anno fa abbiamo invece dato casa a una gatta anziana, che aveva perso il proprietario”. 

Il tema animali anziani è sentito e commovente.
“Sì, perché sono più difficili da piazzare, in senso buono, e sono spesso malati e più impegnativi. Le do una notizia al proposito: abbiamo intenzione di riproporre una campagna di sensibilizzazione per l’adozione di cani e gatti anziani, con il supporto del sindacato dei pensionati. E’ un esperimento che facemmo già dieci anni fa e che ebbe esito positivo. Cani e gatti anziani con persone anziane: sarebbe un match felice, hanno gli stessi acciacchi e si possono intendere bene”.

Nella foto d’apertura: il presidente Felicetti con il suo nuovo libro. (Credito Gianluca Felicetti / Facebook)

Le altre foto: IPA

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