Skip to Content
image description

Inverno estremo in Patagonia: il freddo record mette a dura prova gli animali

Le temperature glaciali e le nevicate eccezionali stanno creando una situazione critica per il bestiame nella regione argentina. Migliaia di capi sono a rischio, bloccati in campi inaccessibili e senza cibo. Allevatori e autorità lottano contro il tempo per salvare bovini e ovini, ma le perdite potrebbero essere ingenti. Un’emergenza che solleva interrogativi sul futuro dell’allevamento in un clima sempre più imprevedibile, e sulle nostre responsabilità

di Pietro Santini
apertura

Mentre un emisfero del pianeta brucia, avvolto da una morsa rovente, l’altro emisfero sta vivendo una situazione di estrema emergenza a causa di nevicate record e temperature glaciali.

Un’ondata di freddo eccezionale, infatti, sta colpendo duramente la Patagonia argentina, mettendo a rischio la sopravvivenza di migliaia di animali. Le intense nevicate e le temperature di gran lunga sotto lo zero stanno creando una situazione drammatica per la popolazione e per il bestiame della regione, con conseguenze potenzialmente devastanti per l’intero settore zootecnico.

Nelle province di Santa Cruz, Chubut, Neuquén e Río Negro, vaste aree sono completamente sommerse dalla neve, che in alcuni punti raggiunge addirittura il metro di altezza. Questa coltre bianca si è trasformata in una trappola mortale per gli animali, impedendo loro di accedere al cibo e limitandone fortemente i movimenti. 

per interno
Uno dei tanti animali argentini travolti dall’ondata di gelo degli ultimi giorni

I bovini e gli ovini, principali specie allevate nella zona, stanno affrontando una situazione critica. Le pecore in particolare, essendo di taglia più piccola, rischiano di rimanere letteralmente sepolte sotto la neve. Ma anche le robuste vacche Hereford, una razza molto diffusa in Argentina, che solitamente sono molto resistenti alle intemperie, ora si trovano condizioni di estrema difficoltà.

Gli allevatori stanno facendo il possibile per salvare i propri animali, ma le problematiche sono enormi. Molti campi sono completamente isolati e irraggiungibili, rendendo impossibile portare foraggio e assistenza al bestiame. Come racconta con angoscia a “El Regional Digital” Sebastián Jamieson, proprietario di un’azienda vicino a El Calafate, non lontano dal Perito Moreno: “Ho 400 vacche e 8.000 pecore bloccate a 30 km di distanza. Se non riusciamo a raggiungerle entro una settimana, moriranno tutte”.

Le temperature polari, che in alcune zone hanno superato i -20°C, hanno ghiacciato le fonti d’acqua, privando gli animali anche di questo elemento essenziale. La situazione è aggravata dal fatto che le nevicate sono iniziate insolitamente presto quest’anno, cogliendo di sorpresa molti allevatori che non avevano ancora completato il trasferimento degli animali verso i ricoveri invernali. Jamieson spiega infatti che la gente del posto è preparata per le classiche nevicate di luglio, di 20-30 centimetri, ma in questo caso la neve è caduta non solo in anticipo, anche molto più copiosa, tre volte più del consueto.

per interno
Le pecore sono gli animali più in difficoltà a causa delle loro dimensioni. In molti casi sono state letteralmente sommerse dalla coltre di neve

Le autorità locali e l’esercito si sono mobilitati per cercare di fronteggiare l’emergenza. Mezzi speciali come ruspe e persino carri armati vengono utilizzati per aprire varchi nel mare di ghiaccio e raggiungere le zone più isolate, trasportando balle di fieno per nutrire gli animali affamati. Ma nonostante questi sforzi, si teme che il numero di perdite sarà comunque molto ingente.

Secondo le stime delle associazioni di categoria, nella sola provincia di Santa Cruz potrebbero essere a rischio fino al 50% dei 2 milioni di ovini e degli 80.000 bovini presenti. Numeri che fanno tremare l’intero comparto zootecnico della Patagonia, già messo a dura prova negli ultimi anni da altri eventi climatici estremi, come la siccità nelle stagioni più calde.

Gli esperti sottolineano come queste ondate di freddo anomale, sempre più frequenti, siano probabilmente legate ai cambiamenti climatici in atto. Paradossalmente, il riscaldamento globale può causare anche fenomeni di gelo intenso in alcune aree del pianeta, sconvolgendo i normali equilibri stagionali.

Di fronte a questa situazione, gli allevatori chiedono maggiori aiuti e politiche di sostegno per adattarsi a condizioni climatiche sempre più imprevedibili. Servono infrastrutture più resistenti, sistemi di allerta precoce e piani di emergenza per mettere in sicurezza gli animali.

Questa (ennesima) emergenza climatica dovrebbe farci riflettere sull’impatto che le nostre scelte hanno sul pianeta. Perché forse, in mezzo a questa bufera di neve, abbiamo dimenticato che dietro i numeri e le statistiche ci sono le sofferenze di esseri senzienti, che lottano per sopravvivere in condizioni proibitive. 

Tutte le foto: @fiassantacruz

Copyright © 2024 – Tutti i diritti riservati

WordPress Ads