Strategie antifreddo: come sopravvivono gli animali selvatici
Sono davvero tante, e così diverse fra loro, le strategie per contrastare le temperature gelide. C’è chi va in letargo, chi si iberna e chi preferisce migrare lontano. Vi proponiamo molti dei loro segreti per resistere al grande freddo. Il più curioso è forse quello dei pinguini!
di Silvia StellacciGli animali selvatici, maestri nell’arte della sopravvivenza, affrontano l’inverno con una gamma stupefacente di strategie che sfidano le avversità della stagione. C’è chi va in letargo, come la marmotta e il riccio, chi entra in ibernazione, come il ghiro e lo scoiattolo, chi cerca una termoregolazione costante del proprio corpo e chi ancora migra in cerca di luoghi più caldi. Diverse tattiche per un unico obiettivo: sopravvivere all’inverno.
Adattamenti fisiologici: torpore e termoregolazione
Gli animali omeotermi, che tendono cioè a mantenere una condizione termica stabile per il loro corpo, come mammiferi e uccelli, implementano una vasta gamma di adattamenti fisiologici per affrontare le rigide temperature invernali. Alcuni entrano in uno stato di torpore, una forma di ibernazione in cui le funzioni metaboliche si riducono in modo drastico, abbassando la temperatura corporea. Questo permette loro di conservare preziose energie durante i periodi in cui le risorse alimentari sono scarse. Allo stesso tempo, attivano meccanismi di termoregolazione, come i brividi muscolari, per generare calore attraverso la contrazione muscolare involontaria.
Strategie comportamentali: letargo e migrazione
Alcuni animali optano per strategie comportamentali, come il letargo o la migrazione. Il letargo è un adattamento in cui gli animali riducono le attività metaboliche e si ritirano in rifugi protetti per passare la stagione fredda. In alternativa, la migrazione rappresenta un movimento strategico verso regioni più temperate, spesso in cerca di cibo abbondante. Una tattica comportamentale che richiede una notevole capacità di orientamento e navigazione, e che mette in luce l’intelligenza e l’adattabilità degli animali migratori.
Pelliccia, piumaggio e zoccoli adattati
La morfologia anatomica riveste un ruolo cruciale nella difesa dal freddo. Gli animali sviluppano pellicce dense, piumaggi isolanti e zoccoli adattati per contrastare le temperature avverse. Ad esempio, la volpe artica sfoggia una folta pelliccia che le serve come scialle isolante, mentre la renna delle Svalbard presenta peli cavi a forma di cono, creando uno strato isolante vuoto che trattiene il calore corporeo. Le caratteristiche strutturali degli zoccoli, come quelli delle capre delle nevi, sono adatte per evitare sprofondamenti nella neve e garantire una presa salda sui terreni ghiacciati.
I magnifici sette che si adattano al freddo
- L’orso polare
L’orso polare è dotato di uno spesso strato di grasso isolante e di un magnifico mantello di pelliccia. Questo gigante peloso si adatta alla tundra con incredibile abilità, sfidando temperature impossibili. - Il pinguino imperatore
I pinguini imperatori affrontano il freddo in modo collettivo. Radunandosi in immense colonie, ruotano e camminano di continuo in gruppo per resistere alle folate di vento gelido, garantendo una condivisione equa del calore corporeo. - La volpe artica
La volpe artica, elegante e agile, sviluppa una folta pelliccia bianca che funge da isolante termico. Si adatta all’inverno anche cambiando il colore della sua pelliccia, che da grigio-bruna diventa bianca, confondendosi con la neve. - Il gufo delle nevi
Il gufo delle nevi, cacciatore notturno, possiede un piumaggio soffice e denso che offre un isolamento termico eccezionale. La sua capacità di cacciare in assoluto silenzio, unita al suo abito isolante, lo rende un predatore formidabile nelle notti gelide. - Il cammello
I cammelli sopravvivono al freddo del deserto e alle spaventose escursioni termiche accumulando grasso nelle gobbe per utilizzarlo come riserva energetica durante le lunghe notti gelide. Anche il folto pelo è un grande alleato. - La lepre artica
La lepre artica, con la sua pelliccia cangiante dall’estate all’inverno e le zampe robuste, sfida il freddo saltando tra la neve. Se la folta pelliccia non è abbastanza per difendersi dal calo delle temperature, la vicinanza con le altre lepri e la condivisione di calore farà la differenza. - Il caribù (o renna)
I caribù intraprendono migrazioni epiche attraverso le terre innevate. Sono gli animali terrestri in grado di compiere la migrazione più lunga, fino a 5.000 km l’anno. Fra la primavera e l’autunno, le mandrie si spostano sia per sfuggire alle temperature più estreme che per trovare nuovi pascoli. In caso di pericolo, possono raggiungere sprint di velocità anche di 80 km/h.
Foto d’apertura: Le renne delle Svalbard. Tutte le foto: IPA
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