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Sicuri sulla neve. I cani da valanga del Soccorso alpino sono pronti a intervenire 

«Dove non arrivano uomo e tecnologia arrivano loro», confermano dal Cnsas. «Sono sempre operativi in caso di emergenza, ma voi siate prudenti».

di Redazione

La stagione degli sport invernali è alle porte. E si preparano ad affrontarla non solo escursionisti, sciatori e amanti della montagna. Pronti, a ogni evenienza, ci sono anche i soccorritori del Corpo nazionale del soccorso alpino. Uomini, donne e i loro cani da ricerca su valanga.  

«Le nostre unità cinofile sono subito pronte a essere imbarcate con l’equipaggio in caso di emergenza. Loro ci sono, ma voi siate sempre prudenti», questo l’appello del Soccorso alpino, sempre valido, specialmente in questa stagione.  

Ecco dunque che la regola d’oro deve essere la cautela. Scialpinismo, ciaspole, snowboard, freeride, semplici camminate su ambiente innevato o ghiacciaio: qualsiasi sia la modalità con cui ti muoverai all’esterno di strade e piste battute, confermano dal Cnsas, «è fondamentale consultare sempre il Bollettino valanghe» 

E «controllare anche il meteo, perché i cambiamenti del tempo in inverno si trasformano spesso in improvvise tempeste di neve». L’uscita, poi, va predisposta in base al grado di pericolo e, anche di fronte a deboli rischi, non bisogna ma abbassare la guardia. 

«Dotati di ARVA, il sensore elettronico che permette di individuare eventuali sepolti da valanga, pala e sonda individuali», proseguono dal Soccorso alpino. «Portati dietro anche il tuo telefono cellulare. E se sei un appassionato alle prime armi, non escludere la frequenza di un corso di escursionismo in ambiente innevato o di scialpinismo, per apprendere in modo approfondito le tecniche di movimentazione e la conoscenza della neve». Perché i soccorritori ci sono, ma evitare di mettersi in pericolo è il primo passo.  

«Lì dove non arriva l’uomo e non arrivano le tecnologie, arrivano loro: i nostri cani». Fondamentali in caso di caduta di una slavina perché nonostante i progressi della tecnologia la loro presenza resta insostituibile. Velocissimi rispetto all’uomo, fiutano un corpo fino a una profondità di oltre due metri e con il poco tempo a disposizione questa è una dote insostituibile. «Se viene estratta entro i quindici minuti dal distacco della valan­ga» spiegano dal Soccorso alpino, «la persona travolta sopravvive nel 90 per cento dei casi. Percentuali che poi calano notevolmente con il passare del tempo».  

Questi cani sono adde­strati ad affinare l’olfatto, a spostarsi con l’elisoccor­so, a calarsi dall’alto insieme con il proprio compagno. Ed è l’intesa viscerale tra uomo e cane a rivelarsi de­terminante. Cani speciali, affiancati da uomini speciali. Che non amano essere definiti “eroi”, perché sono profes­sionisti in allenamento costante. E nel soccorso su va­langa niente è lasciato al caso come vi abbiamo raccontato nell’episodio del nostro podcast “Una storia bestiale”, dedicato proprio ai cani da ricerca in valanga. Ascoltalo qui.   

(Foto d’apertura: Facebook/Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico – CNSAS)

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