Animali cardiopatici: il rischio del caldo e la cura delle condizioni cardiovascolari
Con l’arrivo dell’estate, è essenziale prestare particolare attenzione alla salute dei nostri animali, specialmente quelli con patologie cardiache, poiché le alte temperature possono avere gravi conseguenze sul loro sistema cardiovascolare. I nostri amici pelosi non sudano come noi e per loro il rischio di colpi di calore e disidratazione è alto, soprattutto se assumono farmaci per il cuore. In questo articolo, la dottoressa Prisca Castagna di Ca’ Zampa offre preziosi consigli per proteggere i pet cardiopatici
di CA' ZAMPA
Con l’arrivo dell’estate, è importante prestare particolare attenzione alla salute dei nostri pet, soprattutto se affetti da patologie cardiache. Il caldo eccessivo può infatti avere ripercussioni rilevanti sull’apparato cardiovascolare degli animali da compagnia, esponendoli a rischi di varia natura, soprattutto nelle giornate contraddistinte da temperature ambientali particolarmente elevate.
In medicina umana, diversi studi hanno evidenziato come il caldo estivo possa rappresentare un’importante causa di complicazioni cardiovascolari, come ad esempio le aritmie e l’arresto cardiaco. Sebbene in medicina veterinaria, ad oggi, non sia stata dimostrata in modo tanto netto una simile correlazione, in linea generale è bene evitare l’esposizione a temperature troppo elevate.
Una delle ragioni alla base di tale considerazione è che i nostri pet non sono in grado di disperdere calore attivamente attraverso il sudore, condizione che li predispone inevitabilmente al rischio di colpo di calore quando le temperature aumentano molto. Inoltre, in riferimento a cani e gatti cardiopatici in terapia, l’esposizione prolungata al caldo potrebbe favorire un’eccessiva disidratazione o quadri di ipotensione. Ciò dipende anche dal fatto che tra i farmaci maggiormente impiegati in cardiologia veterinaria vi sono diuretici ed agenti ad azione vasodilatatrice, ovvero agenti che già di per sé favoriscono un certo grado di disidratazione e modulazione della pressione.
Durante l’estate, dunque, è bene tenere a mente alcune precauzioni.
Innanzitutto, è bene assicurarsi che i pet, soprattutto se cardiopatici, abbiano costante accesso ad acqua fresca e pulita, in particolare nelle giornate contraddistinte da temperature maggiori, al fine di ridurre il rischio di eccessiva disidratazione. Inoltre, andrebbe limitata l’esposizione al sole nelle ore più calde della giornata, preferendo un ambiente fresco, ombreggiato e ben areato.
E’ utile anche limitare l’esercizio fisico nelle ore più calde della giornata, in quanto lo sforzo eccessivo associato alle elevate temperature ambientali potrebbe sottoporre l’apparato cardiovascolare ad uno stress eccessivo. Da preferire, invece, passeggiate non particolarmente faticose né prolungate, svolte al mattino presto o nelle ore serali, quando le temperature ambientali risultano meno sfavorevoli, ricordandosi di avere sempre al seguito una ciotola e dell’acqua fresca.
Dati i rischi associati al periodo estivo, certamente spiccati nei pazienti cardiopatici, è importante effettuare visite regolari presso il proprio veterinario curante, anche al fine di controllare il quadro cardiologico mediante indagini diagnostiche specialistiche, come ad esempio l’ecocardiografia, la radiologia toracica e l’elettrocardiogramma. In tal modo sarà possibile non solo attestare la presenza di un’eventuale cardiopatia, ma anche valutarne la gravità e capire se sia necessaria o meno una terapia cardiologica di supporto.
L’impiego di alcuni farmaci specifici può contribuire a migliorare la qualità di vita del pet cardiopatico. Parallelamente alla somministrazione delle terapie cardiovascolari, risulteranno importanti sia controlli veterinari seriali sia il monitoraggio dello stato di salute del proprio pet a casa.
Nel caso di cani e gatti affetti da cardiopatie in dilatazione atriale, ad esempio, è particolarmente utile il conteggio quotidiano della frequenza respiratoria a riposo da parte del proprietario, in quanto il rilevamento di un numero di atti respiratori superiore a 30 al minuto durante il sonno potrebbe indicare lo sviluppo o recidiva di edema polmonare.
Di fronte a tale dubbio, è sempre indicato contattare il proprio veterinario.
Dottoressa Prisca Castagna, veterinario di Ca’ Zampa
Foto: IPA
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