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Bebè in arrivo: come comportarsi con il micio 

Fin dai primi mesi di gravidanza è bene far capire al gatto che in casa sta per cambiare qualcosa e lasciarlo curiosare tra i nuovi oggetti destinati al nascituro. In seguito sarà importante insegnare al bambino a rispettare i ritmi e le abitudini dell’animale.

di Sara Bovio

Fin dai primi mesi di gravidanza è bene far capire al gatto che in casa sta per cambiare qualcosa e lasciarlo curiosare tra i nuovi oggetti destinati al nascituro. In seguito sarà importante insegnare al bambino a rispettare i ritmi e le abitudini dell’animale.

Gli animali che vivono con noi riescono a percepire l’arrivo di un bebè dal cambiamento dell’odore legato agli ormoni della donna, che indicano la presenza di una gravidanza. È quindi consigliabile che la padrona dia al gatto segnali dell’arrivo del neonato fin dai primi mesi di gravidanza: può ad esempio massaggiarsi la pancia, e poi il pancione, e far capire al micio che lì dentro c’è qualcosa di bello. Che presto accadrà qualcosa di cui lei è felice. I sentimenti positivi della mamma saranno compresi dall’animale e associati al nascituro. Inoltre, poiché il gatto si siede volentieri sull’addome dei proprietari, riuscirà a percepire fin da subito i movimenti del bambino e “sentirà” che qualcuno è in arrivo. Nelle settimane che precedono il parto, è opportuno permettere al gatto di entrare nella culla preparata per il bambino, di salire sul passeggino e sul fasciatoio. Così facendo l’animale conoscerà i nuovi oggetti e presto non sarà più così interessato a essi. 

Come evitare che si “appropri” della culla

Per evitare che il gatto scelga la culla del neonato per i suoi pisolini, è opportuno lasciare a sua disposizione nella cameretta diversi luoghi di riposo. Al momento opportuno sarà importante che sia il gatto a decidere quando avvicinarsi al bambino per dare inizio alla conoscenza reciproca: quasi sicuramente inizierà con l’annusare il neonato. I bambini manifestano comportamenti di accoglienza e di richiamo verso i gatti generalmente dagli otto mesi, con vocalizzazioni e sorrisi. Tuttavia bisogna aspettare i due anni perché i piccoli possano avvicinare i gatti e manipolarli come desiderano. Ci vogliono attenzioni e premure sia per il nuovo arrivato sia per il “vecchio” inquilino. Il padrone non dovrà dimenticare di riservare al gatto attenzioni come coccole, giochi, bocconcini soprattutto durante i periodi di veglia del neonato, e di insegnare più avanti al bambino a non disturbare micio quando riposa o mangia. In generale, la presenza dell’animale favorisce lo sviluppo affettivo del bambino e lo aiuta a esprimere più facilmente e in modo diretto i suoi sentimenti. Vivendo con un gatto il bambino si abituerà ad adattarsi anche a ritmi ed esigenze diverse dai propri: imparerà a essere paziente e svilupperà più facilmente un atteggiamento di empatia nei confronti dell’altro, sia esso un animale, un altro bambino o un adulto.

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