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Allarme zecche, sono un pericolo anche per l’uomo

A invitare alla prudenza sono le autorità sanitarie delle regioni alpine. Un inverno mite e una primavera calda hanno favorito la diffusione e il proliferare di questi parassiti che possono causare problemi seri a persone e animali.

di Alessio Pagani

È allarme zecche in Italia e non solo per cani e gatti. Sono sempre di più, infatti, le persone punte da questi insetti potenzialmente pericolosi. A invitare alla prudenza sono le autorità sanitarie di diverse regioni, specialmente nel Nord e la conferma arriva direttamente dagli istituti ospedalieri. «Dall’inizio della primavera si registra una presenza  di zecche superiore agli scorsi anni e quindi un numero maggiore di persone che si rivolgono al Pronto Soccorso perché morsi da questo aracnide», chiariscono dall’IRCCS di Negrar di Valpolicella, centro di riferimento sanitario della Regione Veneto per le malattie rare infettive, tra cui quelle trasmesse dalle zecche. Insetti che possono rappresentare un rischio sia per l’uomo, sia per gli animali. Per cani e gatti le punture delle zecche, di per sé, non sono particolarmente pericolose. Il rischio vero e proprio è rappresentato dalla saliva di questi parassiti, che può contenere agenti patogeni. Attraverso il morso, la saliva può trasmettere ai nostri quattro zampe batteri e parassiti, causa di infezioni e malattie gravi. Tra questi la malattia di Lyme o borreliosi, che può mettere a rischio la vita del tuo cane visto che sintomi – fiacchezza, febbre, inappetenza, zoppia e linfonodi ingrossati – possono comparire anche molte settimane dopo il morso di una zecca e può portare poi a conseguenza per cuore, reni e sistema nervoso. Le altre due malattie che potrebbero essere causate dalla saliva infetta di questi insetti sono l’erlichiosi, che causa nell’animale febbre alta, sonnolenza, perdita di appetito e una serie di altri danni a carico del sistema nervoso e scheletrico e la babesiosi che si manifesta con febbre, fiacchezza, anemia e ingrossamento della milza. Esistono però in commercio, con un’efficacia ormai consolidata, antiparassitari appositamente pensati con una funzione antizecche. Per essere efficaci vanno applicati regolarmente durante tutto l’anno ma con maggiore attenzione nel periodo compreso tra aprile e ottobre.

L’uomo deve proteggersi con pantaloni lunghi e repellenti specifici

Diventa più complicata, invece, la prevenzione per l’uomo. Eppure, condividendo passeggiate e gite nei boschi, i rischi sono i medesimi. Specialmente quest’anno. Colpa della siccità, del caldo anomalo, sta di fatto che un certo aumento di presenza delle zecche è in atto. «Il Pronto Soccorso dell’IRCCS di Negrar, infatti, ha registrato un accesso per morso di zecca sia in gennaio, febbraio e marzo», si legge in una nota diffusa dal presidio, «per poi schizzare a 11 accessi in aprile e a ben 23 a maggio». Questo  non significa che ad ogni morso corrisponda un’infezione. La zecca per infettare deve essere a sua volta infetta, ma se lo è, può trasmettere anche all’uomo patogeni responsabili di gravi patologie come la malattia di Lyme (trasmessa dal batterio Borrelia Burgdorferi, infatti viene chiamata anche borreliosi) e il virus della TBE (Tick-borne Encephalitis) che causa l’encefalite da zecche. Attenzione dunque alle zone da frequentare visto che le «zecche portatrici di queste patologie sono soprattutto nel nord-est dell’Italia come Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Veneto». «Nella maggior parte dei casi», chiariscono dall’IRCCS di Negrar di Valpolicella, «la malattia di Lyme può essere trattata con successo attraverso la somministrazione di antibiotici per due settimane. Tuttavia se non viene riconosciuta e curata può persino arrivare a colpire il cuore, le articolazioni e il sistema nervoso nei mesi e negli anni successivi. Per la TBE, invece, non è disponibile nessuna terapia e di solito si risolve da sola, ma nella fase avanzata può colpire il sistema nervoso, con sintomi simili a quelli della meningite». Per questo è importante proteggere non solo i nostri cani e i gatti ma anche noi stessi. Per farlo bastano piccoli e semplici accorgimenti. «Se si visita una zona dove la presenza di zecche infette è endemica», evidenziano dall’IRCCS di Negrar di Valpolicella, «è consigliabile adottare un abbigliamento protettivo come pantaloni lunghi e scarponi, su cui spruzzare repellenti specifici». Si tratta di prodotti del tutto simili agli antizanzare ma pensati appositamente per tenere lontane le zecche. Importante, però, verificare la durata della copertura. Perché al contrario degli antiparassitari per animali, la funzione di queste sostanze per gli uomini è efficace solo per alcune ore. Dopodiché, per non correre rischi, andranno riapplicati.

(Foto: IPA)

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