Vivere con un animale o a contatto con la natura? Uno stile di vita che allontana le allergie
Attraverso lo studio del microbioma intestinale di bambini cresciuti in città e di altri invece in campagna o in una fattoria, una ricerca scientifica condotta da un team svedese ha scoperto che lo stile di vita può influenzare l’insorgenza di allergie. I dati ottenuti hanno mostrato che i bambini cresciuti a contatto con la natura hanno un microbioma intestinale più sano, un elemento essenziale per prevenire reazioni allergiche
di Lorenzo Sangermano
Minori allergie nei bambini cresciuti a contatto con la natura. Può sembrare una credenza popolare, eppure a scoprirlo è stato un recente studio scientifico pubblicato sulla rivista PLOS ONE.
Secondo i risultati ottenuti dai ricercatori, i bambini che crescono in fattorie o con animali domestici sviluppano meno allergie rispetto a quelli che vivono in ambienti urbani privi di contatti diretti con la natura.
Lo studio, condotto da un team di ricercatori svedesi, ha analizzato il microbioma intestinale di due gruppi di bambini: uno che vive in fattorie o comunque in luoghi immersi in aree verdi, e l’altro gruppo in zone rurali ma lontano da ambienti naturali e da animali. L’obiettivo era quello di comprendere come il contatto precoce e costante con la biodiversità ambientale possa influenzare lo sviluppo del sistema immunitario e la comparsa, o meno, di reazioni allergiche.
I ricercatori hanno raccolto campioni fecali dei partecipanti lungo uno specifico arco temporale, dalla prima settimana di vita fino all’età di 18 mesi. Attraverso tecniche di coltura batterica hanno poi monitorato l’evoluzione del microbioma intestinale, osservandone la graduale colonizzazione da parte dei batteri anaerobici, considerati i principali indicatori di maturità del sistema digestivo.
Senza entrare troppo nei dettagli della ricerca, articolata e per addetti ai lavori, dai dati ottenuti è emerso che i bambini cresciuti in fattorie presentano fin dalle prime settimane di vita un microbioma più sviluppato, con un maggiore rapporto tra batteri anaerobici e facoltativi. I loro campioni mostravano anche una colonizzazione precoce e più abbondante di alcune specie batteriche come Bifidobacterium e Bacteroides, così come una minore presenza di Clostridium difficile, un batterio spesso associato a condizioni di disbiosi (squilibrio microbico causato da una crescita eccessiva di batteri “cattivi”) intestinale.
Le differenze nel profilo del microbioma intestinale sono state correlate a una minore incidenza di allergie, sia a 3 che a 8 anni di età nei bambini cresciuti in fattorie. Uno sviluppo più rapido del microbioma anaerobico nei primissimi mesi di vita sembra infatti essere un importante fattore protettivo contro l’insorgenza di reazioni allergiche.
“Questi risultati suggeriscono che l’esposizione precoce a un ambiente più naturale e ricco di biodiversità, sia attraverso la vita in fattoria sia grazie alla presenza di animali domestici, può avere un impatto positivo sullo sviluppo del microbioma intestinale e, di conseguenza, sulla risposta immunitaria”, ha spiegato la professoressa Annika Scheynius, principale autrice dello studio.
Secondo i ricercatori, l’esposizione precoce e continuativa a una maggiore diversità di microrganismi, tipica degli ambienti rurali, contribuisce a stimolare adeguatamente il sistema immunitario del bambino, favorendone la tolleranza verso gli allergeni ambientali. Al contrario, i bambini che crescono in contesti urbani e distanti dalla natura tendono ad avere un microbioma intestinale meno maturo e diversificato, sviluppando così un maggiore rischio di sensibilità alle allergie.
Come sottolineato dagli stessi autori dello studio, sono necessari ulteriori approfondimenti per confermare e generalizzare i risultati ottenuti, dato il numero limitato di partecipanti analizzati. Allo stesso tempo, in un’epoca in cui le allergie e le malattie autoimmuni sono in costante aumento, la ricerca promuove un nuovo e interessante punto di vista: l’adozione di animali domestici o il contatto frequente con la natura potrebbero rappresentare metodi semplici e accessibili per proteggere la salute del microbioma nei bambini che vivono in contesti cittadini.
Foto: IPA
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