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La polemica dei cani-panda. Sotto accusa un altro zoo cinese

Un zoo ha tinto due chow chow come panda. L’attrazione ha diviso il pubblico tra quelli (pochi) che la trovano divertente e coloro (molti) che temono per il benessere dei cani. I responsabili si difendono: la tinta è sicura. La pratica suscita comunque dubbi etici e riporta subito all’orso-uomo (?), sempre cinese.

di Pietro Santini
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Ancora una volta il web è diviso tra chi si mostra divertito e chi invece si dichiara indignato nei confronti di un parco zoologico cinese nella provincia di Jiangsu, colpevole di aver tinto di bianco e nero il pelo di due chow chow per farli sembrare panda.

Se da un lato i visitatori incuriositi hanno postato video sui social media mostrando i “cani panda”, traditi peraltro dalle loro code scodinzolanti, dall’altro gli animalisti si sono schierati contro questa pratica insensata.

Sono due le accuse principali mosse verso lo zoo. Sul piatto della bilancia ci sono sia l’inganno nei confronti dei visitatori sia, soprattutto, il benessere degli animali. Alcuni hanno infatti accusato lo zoo di aver preso in giro i visitatori spacciando i cani per i celebri plantigradi simbolo della Cina. Molto altri, invece, temono per la salute dei chow chow, poiché il trattamento di colorazione della loro folta pelliccia, e la loro cute delicata, possono scatenare irritazioni e malattie della pelle.

Non è tardata ad arrivare la risposta del Taizhou Zoo che, senza esitazioni, si è difeso, sostenendo che il colore utilizzato sia sicuro per gli animali, paragonando la pratica alla tintura dei capelli umani. La difesa ha specificato anche di aver presentato i cani come “cani panda”, al fine di evitare qualsiasi fraintendimento.

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Dal video dell’orsa malese allo zoo di Hangzhou.

Tuttavia, non è la prima volta che eventi di questo tipo accadono in Cina. In passato infatti, altri casi simili hanno sollevato notevoli polveroni. Nel 2019 ad esempio, i titolari di un bar nella provincia del Sichuan hanno tinto di bianco e nero sei chow chow, mentre più di recente a riempire le pagine di cronaca è stata la vicenda della finta orsa malese, ritratta in posizione eretta (umana?) di fronte alla folla dello zoo di Hangzhou.

I panda giganti sono un simbolo della Cina, dato che vivono esclusivamente nelle riserve cinesi e attualmente se ne contano soltanto 1.800 esemplari. Sebbene questi fantastici mammiferi non siano più classificati come in via d’estinzione, ma vulnerabili, restano in pericolo per vari fattori, come le temperature in aumento e eventi meteorologici estremi, che minacciano la disponibilità di bambù, la loro principale fonte di cibo. Per fortuna, di recente sono state messe in atto politiche per aumentare il numero di panda e per la loro reintroduzione in natura, così come attività di educazione e sensibilizzazione per promuovere la consapevolezza sull’importanza dei panda e la necessità di proteggerli.

Insomma, la trovata del Taizhou Zoo non è piaciuta a tutti. Di certo, è mancata un po’ di trasparenza… per usare un eufemismo!

In apertura: I “cani panda” dello zoo di Taizhou.

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