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Riparte la campagna per l’abbattimento dell’Iva su cibo e spese veterinarie   

Intanto anche quest’anno i proprietari di animali da compagnia potranno detrarre le spese sostenute per la loro salute con la dichiarazione dei redditi. Ecco come fare.

di Alessio Pagani

«Serve un fisco amico degli animali». Torna a chiederlo con forza la LAV. Attualmente, infatti, su prestazioni veterinarie e cibo grava l’IVA ordinaria (22%), la stessa dei beni di lusso, e come se non bastasse la detrazione massima è di soli 80 euro circa, indipendentemente dal numero di animali posseduti. «Questo regime fiscale», chiarisce la LAV, «colpisce almeno 10,1 milioni di gatti e 8,7 milioni di cani che vivono in famiglia, ai quali vanno ad aggiungersi i tanti che sono ospitati in canile o randagi e non va nella direzione di tutelare animali e cittadini.

«L’Iva al 22% sulle prestazioni veterinarie costituisce un problema anche per i Comuni, le associazioni animaliste e i volontari e ha come effetto un peggioramento complessivo della tutela della salute degli animali ricoverati nei rifugi o che vivono sul territorio». Ecco perché andrebbe ridotto questo carico fiscale. Un fisco “amico degli animali” avrebbe, invece, anche indiscutibili effetti positivi sulla qualità della vita degli animali, sui loro diritti alla cura e all’adeguata nutrizione, sulla lotta al randagismo, ma anche sulla categoria dei veterinari che potrebbe vedere aumentare il numero dei pazienti.  

Per i proprietari di animali domestici c’è, però, almeno la possibilità di ridurre il costo del veterinario, inserendo nel Modello 730 le spese veterinarie detraibili. Tra queste rientrano i costi relativi all’acquisto di medicinali prescritti o che abbiano uno scontrino che riporti sia il codice fiscale della persona che ha effettuato il pagamento, sia la natura del farmaco, attestabile tramite codice di autorizzazione in commercio, o la cosiddetta codifica FV (che sta per Farmaco Veterinario), gli importi relativi alle prestazioni del veterinario, le spese per le analisi in laboratorio e per gli interventi effettuati presso le cliniche, quelle legate all’acquisto di farmaci per animali venduti in strutture diverse dalle farmacie, ma comunque autorizzate dal Ministero della Salute.

Il tetto massimo di spesa veterinaria ammesso alla detrazione fiscale è di 550 euro. All’importo deve essere sottratta la franchigia (pari a 129,11 euro), calcolando sulla differenza il 19%. Facendo un rapido conto, i proprietari di animali da compagnia potranno recuperare fino a circa 80 euro l’anno.  

(Foto d’apertura: IPA)

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