Operazione al cervello da record per l’orso Boki
Durante le sue giornate al Wildwood Trust, l’orso ha iniziato mostrare sintomi come comportamenti insoliti e convulsioni. Dopo numerosi esami, il team di veterinari ha scoperto che soffriva di idrocefalo e ha deciso di intraprendere un’operazione mai eseguita in Inghilterra. L’animale è stato preparato con grande cura e pazienza all’intervento: gli è stato insegnato anche a presentare la zampa, così da poter iniettare l’anestetico senza procurargli troppo stress
di Lorenzo Sangermano
All’interno delle foreste del Wildwood Trust, un rifugio per la fauna selvatica a Canterbury, in Inghilterra, un giovane orso bruno di due anni chiamato Boki è stato sottoposto a un intervento chirurgico cerebrale di assoluta avanguardia. Un’operazione molto delicata e anche rischiosa, che ha richiesto grande esperienza da parte dei veterinari e anche una lunga preparazione.
Nulla del genere era stato mai eseguito prima in Inghilterra su un animale selvatico di quelle dimensioni.
L’operazione si è resa necessaria per trattare una grave condizione chiamata idrocefalo, un accumulo di liquido nel cervello che può provocare danni significativi se non trattato.
Già nei mesi precedenti Boki aveva iniziato a mostrare una serie di sintomi che avevano allertato i volontari del centro. L’orso, che vive lì da circa due anni dopo essere stato adottato dal Port Lympne Safari Park, manifestava comportamenti insoliti e anche preoccupanti convulsioni.
Nonostante i tentativi iniziali di gestire il problema tramite farmaci, i veterinari si sono presto resi conto che ogni trattamento non era più efficace. Le condizioni dell’animale continuavano a peggiorare, tanto che la decisione di optare per un intervento chirurgico è stata inevitabile.
La scelta di procedere con l’operazione non è stata però presa alla leggera.
Mark Habben, direttore delle operazioni zoologiche del Wildwood Trust, ha sottolineato come il benessere di Boki sia stato al centro di ogni attività dei responsabili del parco fino dal suo arrivo. “Dopo consultazioni con esperti medici e un’attenta riflessione etica”, ha dichiarato Habben, “siamo giunti alla conclusione che l’operazione fosse la migliore possibilità per garantire a Boki una vita lunga e piena di salute”.
Preparare un orso di queste dimensioni per un intervento chirurgico così delicato ha richiesto settimane di pianificazione. Il team di custodi guidato da Becky Copland, responsabile dell’addestramento degli animali, ha lavorato per abituare Boki al trasporto e alle procedure mediche necessarie. “Abbiamo fatto un grande lavoro per creare un ambiente positivo per lui e abituarlo al processo, incluso l’addestramento per presentare la zampa, così da poter iniettare l’anestetico senza stress,” ha spiegato Copland.
L’operazione, eseguita dal dottor Romain Pizzi, un chirurgo veterinario specializzato in fauna selvatica, ha previsto l’uso della chirurgia mini-invasiva. Durante la procedura durata circa un’ora, a Boki è stato impiantato uno shunt, un sottile tubo di drenaggio che permette al liquido in eccesso di defluire dal cervello verso l’addome, dove viene riassorbito e smaltito naturalmente dal corpo.
Dopo l’operazione Boki è stato monitorato con attenzione dal team di veterinari del Wildwood Trust, che non hanno trattenuto la propria soddisfazione durante il decorso post-operatorio. Le prime ore e anche i primi giorni successivi alla sala operatoria sono stati critici, ma l’orso ha presto mostrato segni di miglioramento.
Grazie a un intervento che ha segnato una nuova frontiera nella medicina veterinaria, Boki ha fatto ritorno nel rifugio, dove ha ripreso gradualmente le sue attività quotidiane sotto l’occhio dei custodi. In compagnia degli altri due esemplari Fluff e Scruff, l’orso operato e ristabilitosi si prepara ora a intraprendere un nuovo felice capitolo della sua vita.
Tutte le foto: IPA
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