Skip to Content
image description

Microchip per i pet: una legge per renderli obbligatori in UE

Il Parlamento europeo ha appena compiuto un passo significativo verso una maggiore tutela di cani e gatti: una proposta di legge rende obbligatorio il microchip per tutti gli animali domestici nell’Unione, affiancandolo a una registrazione nazionale e interoperabile tra Stati membri.

di Chiara Soriano
Cane, Microchip

Attualmente, solo 24 Paesi richiedono il microchip per i cani e appena 7 per i gatti, con sistemi spesso disomogenei e privi di collegamento tra loro. La nuova normativa punta a superare questi limiti, creando un database UE centralizzato che permetta di tracciare ogni animale ovunque si trovi.

Fermare il traffico illecito

Uno degli obiettivi chiave di questa legge è contrastare il traffico illegale e l’allevamento fai-da-te, un fenomeno che produce animali in condizioni spesso inaccettabili e attira compratori incauti. La vendita di cuccioli online è un settore in forte crescita, e i microchip offrono una prima difesa: ogni animale potrà essere tracciato e fatto risalire al proprietario o all’allevamento. Dario Nardella, membro del Parlamento europeo del PD, ha detto che «senza identificazione gli animali sono invisibili – e lo sono anche i crimini commessi contro di loro».

Più controlli e standard più chiari

Oltre al microchip, la proposta introduce regolamentazioni più rigide su allevamenti, commercio e condizioni di vita: stop a incroci tra consanguinei, alle esposizioni con animali estremamente selezionati e a pratiche dolorose come taglio delle orecchie o dei denti e collari coercitivi. I cuccioli non potranno essere separati dalle madri prima delle otto settimane, se non per motivi veterinari. Queste norme, che valgono per allevatori, rivenditori e rifugi, assumono oggi un valore storico, segnando l’adozione di standard minimi a livello europeo.

Arrivi e vendite transfrontalieri sotto sorveglianza

La proposta introduce regole rigorose anche per gli animali che provengono da Paesi extra-Ue: cani e gatti destinati alla vendita nell’Unione dovranno essere microchippati prima dell’ingresso e registrati subito nei database nazionali. Inoltre, i proprietari dovranno preregistrare l’animale online almeno cinque giorni lavorativi prima dell’arrivo. Un controllo che punta a evitare importazioni clandestine o poco regolamentate.

Benefici economici tangibili

Non si tratta solo di diritti animali: uno studio della Eurogroup for Animals stima che la tracciabilità obbligatoria e un sistema registri‑coordinato tra Stati Ue potrebbero far risparmiare fino a 25 miliardi di euro all’anno, oggi spesi per cura, rifugi e abbandono di animali randagi.

Criticità e passaggi decisivi

Il testo approvato sarà ora negoziato con gli Stati membri, che hanno già ricevuto un mandato dal Consiglio UE. La Commissione AGRI ha già contribuito a ridefinire alcune soglie – ad esempio escludendo i privati che cedono un solo cucciolo ogni 18 mesi – ma restano delle lacune: gli animali da fattoria non sono coperti, mentre per i piccoli allevatori sono previste alcune deroghe. Animalisti e associazioni però segnalano che il cammino è ancora lungo e che la versione finale dovrà includere meccanismi efficaci di sanzione e controllo.

Cosa significano per noi e i nostri animali

Per chi ama cani e gatti, questa normativa rappresenta un punto di svolta: microchippare un animale significa proteggerlo, assicurarne l’identità e favorirne il ritorno a casa in caso di smarrimento. Significa anche frenare allevamenti abusivi e mercati poco trasparenti, e garantire che ogni cucciolo nasca e cresca in un ambiente sano. Inoltre, uniformare le regole promuove una cultura comune del rispetto e della cura verso gli animali domestici, più consapevole e responsabile.

Copyright © 2025 – Tutti i diritti riservati