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L’uccello che si credeva estinto e che fanno rinascere in laboratorio

Il cinguettio del sihek, uccello delle foreste di Guam, si è spento a causa delle specie invasive. Oggi ne rimangono appena 141 esemplari al mondo, tutti in cattività. Ma una collaborazione internazionale sta lavorando per riportare in vita questa specie a rischio critico. La nascita di un pulcino femmina è la prima tappa verso la creazione di una popolazione selvatica nell’Atollo di Palmyra, isola incontaminata priva di predatori.

di Pietro Santini
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Immaginate le rigogliose foreste di Guam, in Micronesia, risuonanti del cinguettio gioioso di un uccellino dal piumaggio ramato e azzurro intenso. Questo è il sihek, un martin pescatore endemico il cui canto un tempo riempiva l’aria dell’isola dell’oceano Pacifico. Purtroppo, quella deliziosa sinfonia si è interrotta bruscamente a causa dell’impatto devastante di alcune specie invasive come il serpente arboreo, e della distruzione dell’habitat naturale. 

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L’uovo di sihek si sta schiudendo: che grande emozione per i ricercatori.

Il sihek (il suo nome scientifico è Todiramphus cinnamominus) è oggi una specie in pericolo critico di estinzione. Nel 1988 è stato avvistato per l’ultima volta allo stato selvatico e attualmente ne rimangono appena 141 esemplari al mondo, tutti allevati in cattività nel tentativo di conservare la specie. Un numero allarmante, che ha spinto una coalizione internazionale di esperti a intraprendere un’ambiziosa missione: riportare il sihek alle sue radici selvatiche grazie al Sihek Recovery Program.


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Il pulcino femmina di sihek viene nutrito allo zoo della contea di Sedgwick, in Kansas.

La svolta è arrivata il 28 aprile scorso, quando un pulcino femmina di sihek ha finalmente rotto il guscio presso lo zoo della contea di Sedgwick in Kansas. Un evento straordinario, che ha acceso un raggio di speranza per il recupero di questa splendida creatura. Il minuscolo pulcino è stato subito preso in carico da un team di specialisti che lo accudiscono giorno e notte, nutrendolo con un’attenta dieta a base di topi e insetti. 

Tra i suoi angeli custodi, anche due esperti ornitologi provenienti dagli zoo di conservazione di Londra e Whipsnade, che stanno mettendo a frutto le loro conoscenze per assicurare al piccolo sihek le migliori chance di sopravvivenza. In soli 30 giorni, il pennuto sta crescendo di dieci volte, ricoprendosi di un meraviglioso piumaggio blu e cannella.

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Il minuscolo esemplare di sihek in laboratorio, ancora senza piumaggio.

Questo esserino rappresenta il primo, cruciale passo di un piano ambizioso: creare una popolazione selvatica di sihek sull’Atollo di Palmyra, un’isola remota e incontaminata priva di serpenti o ratti invasivi. Qui i martin pescatori potranno crescere e moltiplicarsi indisturbati, prima di un’eventuale reintroduzione nella loro casa originaria di Guam, un giorno finalmente liberata dalla minaccia dei predatori alieni.

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Fa tenerezza il micro pulcino appena nato: la testa pesa più del corpo.

Il rilascio sull’Atollo è previsto per quest’anno, con l’obiettivo di liberare inizialmente 9 pulcini di sihek allevati negli zoo statunitensi. Un traguardo ambizioso, ma solo l’inizio di un lungo cammino per riportare questi uccelli canterini alla vita libera e selvatica che gli è stata brutalmente strappata decenni fa. L’ultimo raggio di speranza per il sihek, gioiello delle foreste di Guam.

In apertura: Il sihek adulto paragonato alla grandezza di una moneta.

Tutte le foto: IPA

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