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Il Tar sospende l’abbattimento dell’orsa JJ4. Ma cosa fare se ne incontriamo uno? 

Il provvedimento è valido fino al prossimo 11 maggio. Accolte le motivazioni del ricorso presentato dalla LAV. E se andiamo in montagna e non vogliamo contatti con questi animali, ecco alcuni utili consigli: basta farsi sentire, loro nella gran parte dei casi non si faranno vedere.

di Alessio Pagani

Il Tar ha sospeso fino all’11 maggio l’abbattimento dell’orsa JJ4, accogliendo le motivazioni del ricorso presentato dalla LAV depositato nei giorni scorsi per impedire l’abbattimento dell’animale deciso dalla Provincia autonoma di Trento, dopo la morte del runner Andrea Papi. Una tragedia, quella avvenuta in Val di Sole, che ha riacceso il dibattito sulla presenza dell’orso sulle nostre montagne. Con due correnti di pensiero, per non dire fazioni, opposte, esacerbate proprio dalla prima aggressione mortale di un plantigrado ai danni dell’uomo. A compierla, per motivi che sono ancora da indagare e ricostruire, proprio l’orsa JJ4, identificata grazie all’esame del Dna. Figlia di Joze e Jurka – catturati in Slovenia e rilasciati in Trentino fra il 2000 e 2001 e pionieri del progetto di reintroduzione sulle Alpi – ha 17 anni e nel 2020 era finita al centro di una lunga disputa in seguito all’aggressione nei confronti di due cacciatori diretti a un appostamento. I due erano apparsi all’improvviso da dietro un dosso e si erano trovati a tu per tu con l’orsa e i suoi tre cuccioli. Di lì l’aggressione. L’animale, in ogni caso, resta ricercato. L’obiettivo della Provincia autonoma di Trento, infatti, è quello di individuarlo e catturarlo. «Nonostante il Tar non ci permetta di abbattere l’animale», ha chiarito il presidente Maurizio Fugatti, «siamo autorizzati a procedere con la ricerca e la cattura di JJ4. Ed è così che faremo».

Intanto si torna a parlare di prevenzione e buone regole da seguire. Per minimizzare i rischi. Partendo da un dato di fatto: con i grossi animali più l’incontro è improvviso, più si alza il livello di rischio. 

Farsi sentire ci mette al sicuro

Questo è il metodo più efficace per evitare incontri ravvicinati con gli animali selvatici. Specialmente orsi e lupi. Per loro non siamo prede, ma entrare inavvertitamente in contatto ravvicinato può essere molto pericoloso. Scongiurarlo però è possibile. A volte basta anche solo un campanello attaccato allo zaino o ai pantaloni. Nelle aree tra Stati Uniti e Canada, dove grizzly e orsi bruni sono di casa e in numeri decisamente superiori rispetto a quelli del nostro Paese, si trovano praticamente ovunque. All’ingresso dei parchi, nelle stazioni di servizio come nei bar. E non sono solo souvenir: servono proprio a indicare la nostra presenza. 

Tutti gli esperti, poi, forniscono ulteriori consigli. Tutti identici. Sia che arrivino da associazioni animaliste, sia che provengano da istituzioni. E proprio per evitare polemiche in questo periodo così complicato, abbiamo scelto di riportare quelli che provengono direttamente da una fonte istituzionale, peraltro, confinante con la zona di Trento: la provincia di Bolzano. Eccoli qui:  

In caso di avvistamento a distanza

Se si avvista un orso in lontananza si può godere tranquillamente di questa rara opportunità. Non esistono pericoli, tuttavia non si deve cercare di avvicinarsi, magari per scattare delle foto. Anche nel caso di avvistamento di cuccioli non tentare di avvicinarli né, tantomeno, di seguirli; la madre ha un forte istinto protettivo e probabilmente non è lontana. 

In caso di un incontro ravvicinato

Se ci si trova improvvisamente a pochi metri di distanza da un orso, è importante mantenere la calma e far notare la propria presenza parlando a voce alta. L’animale si allontanerà. Se ci si imbatte in un piccolo di orso invece bisogna allontanarsi con cautela, poiché quasi sicuramente la madre è nelle vicinanze. Questa è una delle rare occasioni di effettivo pericolo. Se si incontra un orso e questo si dovesse alzare in piedi, non significa che stia per attaccare. L’orso, al pari di altri animali selvatici (lepre, marmotta, ecc..), assume questa posizione solo per meglio identificare  “l’oggetto” sconosciuto. È comunque opportuno allontanarsi lentamente, senza correre, lasciando sempre una via di fuga all’orso. 

Se l’orso manifesta un atteggiamento aggressivo

L’orso non attacca se non è provocato. L’eventuale atteggiamento aggressivo o minaccioso ha il solo scopo di intimorire ed allontanare la persona che lo ha in qualche modo disturbato. Per questo qualche volta si possono verificare falsi attacchi, che non portano a un reale contatto con l’uomo. 

In caso di attacco

Se l’attacco dovesse invece realmente verificarsi, esperienze acquisite in Nord America e in Europa orientale suggeriscono di mettere qualcosa davanti a sé, come il cesto dei funghi o l’equipaggiamento tecnico, per esempio lo zaino. Se ciò non aiuta, sdraiarsi a terra in posizione fetale, proteggendo la testa con le braccia.  

Se incontriamo un lupo

Le stesse accortezze valgono ovviamente per un altro predatore come il lupo, ancor più elusivo se possibile dell’orso. Incontrarlo, anche solo passeggiando nel bosco e parlando normalmente, sarà un’eventualità veramente remota. Se dovesse capitare, però, è bene mantenere lo sguardo sull’animale e indietreggiare lentamente, senza voltargli le spalle, fino a scomparire dalla sua vista. 

E se incrociamo un cinghiale?

Considerato il loro numero è questa l’eventualità più probabile. Anche per questi animali, però, la priorità è poter fuggire il più lontano possibile dall’uomo, nonostante ormai alcuni elementi siano abituati alla nostra presenza.  Se però li incrociamo a distanza ravvicinata il consiglio è quello di lasciargli la strada libera.  

(Foto d’apertura: IPA)

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