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Il maialino nano Odin diventa la mascotte di una casa di riposo

Il responsabile della manutenzione della casa di riposo Good Samaritan Society di Olathe, in Kansas, ha avuto un’idea insolita, che si è rivelata felice: portare con sé al lavoro Odin, il suo maialino nano. Nel corso delle visite nella struttura, l’animale è riuscito a stringere un’amicizia inaspettata con gli ospiti. Diventato il loro “terapeuta a quattro zampe”, la sua presenza ha permesso agli anziani di sviluppare maggiore interazione e coinvolgimento

di Lorenzo Sangermano
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Nel corso della giornata, gli ospiti della casa di riposo Good Samaritan Society di Olathe, in Kansas, interrompono la loro routine per accogliere un visitatore che aspettano ormai con impazienza e molta simpatia. Si tratta di Odin, un piccolo maiale diventato amico degli anziani della struttura.

Le visite di Odin si protraggono ormai da un anno, da quando Brett Martin, il responsabile della manutenzione della casa di riposo, ha avuto l’idea di portare il suo maialino domestico al lavoro per provare a rallegrare e rasserenare le giornate degli anziani. Una volta ottenuto il permesso dal direttore, Martin ha iniziato a portare regolarmente con sé Odin nella struttura, permettendogli così di creare un legame sempre più forte con gli ospiti presenti.

“Quando ho visto per la prima volta Odin che passeggiava per i corridoi, ho pensato che fosse un cane con una coda molto lunga”, ha raccontato al “Washington Post” Jeanne Hilden, una dei residenti della struttura. “Poi mi sono resa conto che in realtà si trattava di un vero e proprio maiale e sono rimasta sorpresa e incantata dalla sua dolcezza”.

L’animale appartiene a una particolare tipologia di suini, i maiali Juliana, una delle più piccole tra le razze di maiali da compagnia. Con un’aspettativa di vita tra i 14 e 18 anni, raggiungono un peso massimo di 30 chili, all’incirca come un cane di taglia media.
Quando Brett Martin ha acquistato l’esemplare da un allevatore specializzato, Odin pesava solamente 250 grammi. “Alcuni lo chiamano ‘maiale nano’ o ‘maiale da tè’, ma in realtà non esiste una vera razza di ‘maiali da compagnia’ di dimensioni ridotte. Sono semplicemente maiali di piccola taglia”, ha spiegato.

Per Martin non era la prima volta che si prendeva cura di un maialino. Circa 10 anni prima, i suoi figli per il compleanno gli avevano regalato un maiale di piccola taglia di nome Sarge e l’uomo aveva subito notato il forte impatto positivo che questo animale aveva sulle persone. “Tutti ne erano letteralmente innamorati”, ha ricordato il proprietario.

per Interno
Gli anziani della struttura ricevono le visite di Odin con grande affetto e sollievo.


Quando Sarge è venuto a mancare a causa della vecchiaia, Martin ha deciso di acquistare un nuovo maialino, scegliendo il nome in omaggio ai suoi cani, Zeus e Thor, che come Odin sono nomi di divinità pagane.
E così, trascorso poco tempo dal suo arrivo, Odin è diventato davvero una star all’interno della casa di riposo Good Samaritan Society. Il maialino trascorre gran parte delle giornate nell’ufficio di Martin, anche se non si fa mancare spostamenti nei vari reparti della struttura, inclusa l’area dedicata ai pazienti con Alzheimer. “Un ex agricoltore, affetto da questa malattia, si illumina ogni volta che vede Odin,” ha spiegato emozionato Martin.

Odin non si limita però a fare compagnia agli anziani, dei quali è diventato una sorta di “terapeuta a quattro zampe”. Alcuni infermieri, infatti, lo portano con sé proprio per alleviare la condizione psicologica dei residenti, che dopo ogni sua visita mostrano maggiore interazione e coinvolgimento.
Secondo Martin il maiale è particolarmente utile nel reparto dove sono ricoverati i pazienti con deficit di memoria. “Odin ha un effetto terapeutico”, racconta il proprietario. “Anche solo accarezzarlo o dargli da mangiare può stimolare i ricordi e migliorare l’umore”.

L’unico momento che a Odin sembra non piacere è quando bisogna lasciare la Good Samaritan Society per tornare a casa. “Capisce quando è il momento di andare via e allora cerca di nascondersi per non essere preso”, racconta divertito Martin. “Devo escogitare stratagemmi sempre nuovi per riuscire a farlo salire in macchina senza troppe proteste”.

Odin è la prova di quanto gli animali possano supportare psicologicamente le persone: con la loro sola presenza, suscitano sentimenti ed emozioni capaci di toccare anche chi è affetto da patologie non curabili e di difficile gestione come l’Alzheimer. Se quella di Odin non è una vera pet therapy, regolamentata come è giusto che sia da professionisti, il suo effetto è stato comunque riconosciuto come molto positivo.

In apertura: Odin con Brett e un’ospite che lo accarezza affettuosamente. Foto: Facebook / Good Samaritan Society

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