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Ecco come le rane di vetro diventano invisibili 

Riescono a diventare impercettibili convogliando il loro sangue al fegato. Operazione rischiosa, che però evita loro di essere predate.

di Alessio Pagani

Il mantello dell’invisibilità delle rane di vetro non ha uguali nel regno animale, ma nasconde un problema. Questo trucco, infatti, è decisamente pericoloso. Lo ha chiarito una lunga e approfondita inchiesta della rivista statunitense “The Atlantic”. Più o meno un’ora prima di addormentarsi, circa il 90% delle loro cellule sanguigne, infatti, si dirigono nel loro fegato, che ha le dimensioni di un pisello, e il loro corpo precipita in uno stato di carenza di ossigeno che rischia di danneggiare gli altri loro delicati organi interni. Questo processo, descritto nello studio dell’Università di Duke e pubblicato su Science, garantisce loro una quasi completa invisibilità. Il reticolo di vasi sanguigni rosso vivo intrecciati nei tessuti, rischia però di vanificare questa particolarità. Soprattutto durante il giorno, quando le rane dormono tra le foglie: mentre la luce del sole filtra attraverso gli alberi, proiettando ombre su qualunque cosa colpisca al di sotto, infatti, il sangue stesso delle rane potrebbe tradirne la posizione. Per questo, di fatto, ne bloccano il passaggio, impendendogli di circolare.

Questo sistema può durare anche 12 ore per volta, garantendo agli animali un riposo sicuro. In realtà il meccanismo è decisamente più complesso come ha avuto modo di chiarire Jesse Delia dell’American Museum of Natural History. «L’opacità del sangue deriva dall’emoglobina, una proteina necessaria per trasportare l’ossigeno in tutto il corpo che all’occorrenza riescono a immagazzinare totalmente nel fegato. Nei vasi invece continua a circolare il plasma, incolore, a parte pochissimi globuli rossi, ottenendo un corpo due o tre volte più trasparente rispetto a quando sono sveglie». Come facciano i tessuti delle rane di vetro a restare praticamente senza sangue per ore è, però, ancora un mistero. Mistero su cui continuano a interrogarsi gli scienziati che non sono ancora arrivati a capire, nemmeno, come il fegato di questi anfibi riesca a tollerare questo afflusso quotidiano di sangue.  

(Foto d’apertura: @usark_official)

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