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Due anni e duemila chilometri dopo, il gatto Shoto ricompare!

La famiglia di Shoto perde le sue tracce nel 2022 durante una forte ondata di freddo in Texas e, dopo averlo cercato a lungo, abbandona ogni speranza. Trascorsi due anni, una telefonata proveniente dal Massachusetts rivela però loro che Shoto è vivo e si trova a “soli” duemila chilometri da casa

di Lorenzo Sangermano
apertura nel rifugio Dakin Humane Society

Nel 2022, durante una forte ondata di freddo in Texas, un gatto di nome Shoto è scomparso dai dintorni della sua abitazione. Con grande sorpresa e infinita felicità dei proprietari, l’animale è ricomparso due anni più tardi a Springfield, in Massachusetts, a ben duemila e passa chilometri di distanza da casa. 

Nessuno è a conoscenza di come il gatto abbia percorso tutta quella strada finendo nel Massachusetts, o quali avventure abbia vissuto lungo il cammino. Nessuno saprà mai cosa abbia combinato, in che guai si sia cacciato né che pericoli abbia corso. Solo Shoto potrebbe raccontarlo. L’unica certezza è che il suo ritorno è stato possibile grazie a un piccolo dispositivo: il microchip.

Nel gennaio 2022, mentre il Texas affrontava una delle peggiori ondate di freddo della sua storia, Karla e la sua famiglia, residenti in una piccola cittadina dello Stato, hanno perso di vista il loro gatto Shoto. Durante la tempesta l’esemplare si è allontanato dalla casa, forse spaventato dal gelo improvviso, dal rumore del vento o invece attirato dalla nevicata: fatto sta che è sparito nel nulla. 

Disperata, la famiglia ha avviato subito le ricerche affiggendo volantini e contattando tutti i rifugi locali, ma di lui non c’era alcuna traccia.

A distanza di 33 mesi dalla sua scomparsa, Shoto è stato incredibilmente trovato a Springfield, in Massachusetts, dove viveva come randagio per strada. Il quattro zampe era magro e denutrito e, allarmato dalle sue condizioni, un passante di buon cuore ha deciso di portarlo al Dakin Humane Society, un noto rifugio per animali. 

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Due anni dopo, il gatto Shoto è di nuovo a casa dalla sua famiglia.

Come di consueto, il personale del centro ha utilizzato un lettore di microchip per verificare se il gatto ne fosse dotato e poter così risalire al proprietario. E sì, fortunatamente l’animale lo aveva! Quando l’apparecchio ha emesso il suo caratteristico “bip”, è emerso un nome: Shoto. Il gatto scomparso in Texas più di due anni e mezzo prima era finalmente stato ritrovato.

Alla prima telefonata ricevuta dal Dakin Humane Society, la proprietaria Karla non sapeva cosa pensare. Vedendo che la chiamata proveniva da un altro Stato, appunto il Massachussets, sulle prime ha pensato che si trattasse di qualche invadente società di marketing o di una vendite telefoniche e quasi non voleva rispondere. Poi, senza nemmeno sapere il perché, ha deciso invece di farlo. E… quasi le è preso un accidente!

Le sue aspettative si sono infatti ribaltate quando dall’altra parte della linea le è stato comunicato che a chiamare era un rifugio per animali e che il suo Shoto era stato trovato e che era al sicuro. “Non riuscivo a crederci”, ha raccontato. “Dopo tutto questo tempo, il nostro gatto era stato ritrovato”.

Senza alcuna esitazione, Karla si è preparata per affrontare un viaggio della durata di 26 ore per raggiungere il rifugio e riportare a casa l’animale. Shoto, anche se stanco e visibilmente provato dai suoi anni di vagabondaggio, ha subito riconosciuto la sua famiglia. “Ho pianto di gioia”, ha detto Karla, “eravamo convinti di non rivederlo mai più e invece eccolo qui, di nuovo con noi”. 

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Karla, la proprietaria di Shoto, ha percorso 2000 chilometri per un totale di 26 ore di viaggio, per raggiungere il rifugio Dakin Humane Society a Springfield in Massachusets.

Il personale del Dakin Humane Society ha assistito alla scena e pubblicato l’incontro sui social network, dove migliaia di utenti si sono interrogati sul tragitto del felino. “Solo Shoto conosce la verità su ciò che ha vissuto”, hanno scritto i responsabili del rifugio. “La sua avventura resterà per sempre il suo segreto”.Un lieto fine dovuto solamente al microchip, che una volta ancora si è rivelato indispensabile in un caso drammatico come questo. Da tenere a mente è però anche la considerazione fatta dai volontari del rifugio, e cioè che il microchip può salvare la vita dell’animale, ma che la tecnologia GPS consente una risoluzione della storia in tempi molto più rapidi, scongiurando la possibilità che al gatto o al cane scomparso nel frattempo capiti qualche disavventura grave. E il GPS evita anche ai proprietari lo spavento più brutto in cui possono incorrere: grazie al tracciamento satellitare, infatti, possono vedere in tempo reale dove si trova il loro quattrozampe. Pensateci.

In apertura: il gatto Shoto tra giochi e coccole al Dakin Humane Society di Springfield, Massachusetts.

Tutte le foto: @dakinhumanesociety

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