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Come il dottor Dolittle: con l’intelligenza artificiale capiremo il linguaggio animale

Da sempre, l’uomo ha sognato di comprendere il linguaggio degli animali. Oggi, questo desiderio potrebbe diventare realtà: un premio da 10 milioni di dollari sfida i ricercatori a sviluppare un sistema di “comunicazione interspecie”, utilizzando modelli di AI per decodificare e imitare il linguaggio animale. Dalle conversazioni con i pet ai segreti degli stormi migratori, questa straordinaria frontiera promette di svelare un mondo finora inaccessibile.

di Pietro Santini
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Da sempre, l’umanità ha nutrito il desiderio di comprendere e comunicare con le altre specie che popolano il nostro pianeta. Questa curiosità innata, unita ai più recenti progressi dell’intelligenza artificiale, sta aprendo nuovi orizzonti verso un’interazione senza precedenti con il regno animale.

Ricordate il fim con Eddie Murphy, in cui il dottor Dolittle riusciva a parlare con gli animali? Ecco, immaginate di poter “conversare” anche voi con il vostro amico a quattro zampe, comprendere i suoi bisogni più profondi e condividere esperienze in un modo completamente nuovo. Oppure, pensate alla possibilità di decifrare i misteriosi richiami delle balene o i sofisticati balletti delle api. Questa visione, un tempo relegata ai racconti di fantasia, sta diventando sempre più concreta grazie agli sforzi di scienziati e ricercatori di tutto il mondo.

Il “Coller-Dolittle Prize for Two-way Inter-species Communication”, un’iniziativa congiunta della Jeremy Coller Foundation e dell’Università di Tel Aviv, offre un premio di 10 milioni di dollari al team che riuscirà a sviluppare un vero e proprio dialogo bidirezionale tra esseri umani e animali. Dall’entità del premio, si capisce anche l’entità della sfida.
Questo ambizioso progetto mira a sfruttare i progressi dell’intelligenza artificiale, in particolare dei LLM (Large Language Model), per raggiungere l’obiettivo ultimo della comunicazione tra diverse specie.

Ma quali sono le sfide da affrontare in questo percorso? Innanzitutto, sebbene i modelli di intelligenza artificiale possano generare campioni di comunicazione animale inediti, è estremamente difficile determinarne il contesto e il significato reale. Noi esseri umani siamo inevitabilmente influenzati dalla nostra percezione limitata del mondo, che ci impedisce di cogliere appieno la complessità delle interazioni animali.

In secondo luogo, l’estrazione del contesto in modo non supervisionato, ovvero senza l’intervento umano, deve essere validata attraverso esperimenti controllati e volti a misurare la risposta effettiva degli animali. Questo processo è tutt’altro che semplice, poiché gli algoritmi di apprendimento automatico tendono ad aggrapparsi a qualsiasi informazione disponibile, aumentando il rischio di trovare correlazioni non autentiche. In parole semplici, ciò che scoprirà l’intelligenza artificiale andrà super-verificato.

Infine, la comunicazione animale si concentra su un set ristretto di contesti, come l’allarme e l’accoppiamento, limitando notevolmente la nostra capacità di comunicare riguardo ad altri aspetti della loro vita.

Nonostante queste incredibili sfide, l’utilizzo della straordinaria potenza dei nuovi metodi di intelligenza artificiale per decifrare e imitare la comunicazione animale rappresenta un’opportunità affascinante e di cruciale importanza. Potremmo finalmente capire i segreti di un mondo finora inaccessibile, comprendere le emozioni e le esigenze delle altre specie e, forse, persino stabilire un dialogo autentico con loro.
Questa prospettiva non solo arricchirebbe il nostro rapporto con gli animali, ma potrebbe anche gettare nuova luce sulla questione della coscienza animale e dei loro diritti. Perché, come suggeriva il musicista Peter Gabriel, quando siamo in grado di comunicare con altre forme di vita, siamo costretti a riconoscere la loro intelligenza e la loro umanità.

E non è tutto. La capacità di comunicare con gli animali selvatici aprirebbe orizzonti fantastici per la ricerca scientifica e la conservazione delle specie. Potremmo finalmente comprendere, ad esempio, le complesse dinamiche sociali delle mandrie di elefanti, decifrare i richiami di allarme delle zebre o accedere alle conoscenze tramandate da generazioni negli stormi di uccelli migratori.

Certo, il cammino è ancora lungo e irto di ostacoli, ma gli scienziati di tutto il mondo stanno raccogliendo la sfida con entusiasmo. Che si tratti di un’avventura scientifica o di un modo per stringere legami più profondi con i nostri amici animali, l’opportunità di abbattere le barriere della comunicazione interspecie rappresenta una delle più esaltanti promesse del nostro tempo.

Ah, casomai foste interessati a partecipare, sappiate che non c’è molto tempo a disposizione. La deadline è il 31 luglio, per cui dovete correre!

Foto: IPA

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