A parlare con le galline ora ci pensa l’intelligenza artificiale
Un team di ricercatori di Tokyo ha elaborato un algoritmo in grado di “tradurre” le comunicazioni tra i volatili terrestri, aprendo la porta al futuristico dialogo con gli umani.
di Lorenzo SangermanoNell’Università di Tokyo, lontano dai riflettori di Hollywood e dalle stelle del cinema, un gruppo di ricercatori giapponesi sta conducendo una ricerca che potrebbe rivoluzionare il mondo dell’allevamento avicolo. Non si tratta di una sceneggiatura da film di fantasia, ma di una vera e propria sperimentazione scientifica volta a comprendere il linguaggio delle galline. Questo esperimento è stato reso possibile grazie a un avanzato sistema di Intelligenza Artificiale denominato “Deep Emotional Analysis Learning” (DEAL).
Il team di ricerca guidato dal professor Adrian David Cheok si è posto l’obiettivo di interpretare le vocalizzazioni delle galline al fine di comprenderne gli stati emotivi, la fame, la paura, la rabbia, la soddisfazione, fino all’eccitazione.
La tecnica utilizzata, basata su complesse formule matematiche, ha la capacità di adattarsi agli schemi vocali delle galline nel tempo: si aggiorna in pratica continuamente, diventando sempre più abile nella decodifica dei loro vocalizzi.
Per testare il sistema, il team ha registrato e analizzato campioni sonori provenienti da 80 galline in varie situazioni. Questi sono stati utilizzati per correlare i vocalizzi alle emozioni delle galline.
In collaborazione con psicologi degli animali e chirurghi veterinari, i ricercatori sono stati così in grado di identificare con una sorprendente precisione lo stato mentale di ciascuna gallina.
Secondo il paper dei ricercatori, i risultati degli esperimenti dimostrano il potenziale dell’uso dell’Intelligenza Artificiale e dell’apprendimento automatico per riconoscere gli stati emotivi delle galline. È importante però sottolineare come l’accuratezza del modello possa variare in base alle diverse razze di galline e alle condizioni ambientali. A questo si aggiungono molte altre modalità con cui le galline comunicano, come il linguaggio del corpo e le interazioni sociali, che richiederanno ulteriori studi.
Ma qual è l’obiettivo ultimo di questa ricerca? Il professor Cheok sottolinea che comprenderne le emozioni potrebbe portare a un mondo migliore per gli animali, incluso il pollame. Questo potrebbe avere un impatto significativo sull’agricoltura, migliorando il benessere degli animali negli allevamenti e ottimizzando la produzione.
In parallelo negli Stati Uniti, presso l’Università della Georgia e il Georgia Institute of Technology, con qualche anno di anticipo un altro team di ricercatori guidato dal professor Wayne Daley aveva già sviluppato un metodo per comprendere il linguaggio dei polli da carne. Hanno eseguito studi su volatili sottoposti a situazioni di stress registrando i loro vocalizzi e utilizzando l’apprendimento meccanico per identificare le differenze. Il software è stato così in grado di rilevare il livello di stress causato dal calore e dalle infezioni alle vie respiratorie.
I polli emettono suoni che possono indicare il loro stato di benessere, come essere più rumorosi al mattino e più tranquilli la sera. A cambiare sono anche le reazioni quando percepiscono minacce aeree o terrestri, suggerendo che possano comunicare in modi differenti. Insomma, una comunicazione elaborata che però, giorno dopo giorno, dice addio alla sua complicatezza. Perché da oggi a tradurla ci pensa l’intelligenza artificiale.
(Foto d’apertura: IPA)
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