Loki e gli altri eroi a quattro zampe: storie di cani d’assistenza e libertà
Ci sono occhi che scrutano il mondo con attenzione e nasi che percepiscono segnali impercettibili. Sono quelli dei cani di assistenza, animali straordinari che ogni giorno rendono possibile l’impossibile per migliaia di persone con disabilità o malattie croniche.
di Marco Pastore
Quando si parla di cani di assistenza, molti pensano subito ai cani guida per ciechi. In realtà, questa categoria include un ampio ventaglio di animali addestrati a compiere compiti specifici: avvisare chi soffre di diabete in caso di crisi glicemiche, assistere persone con epilessia, supportare chi ha difficoltà motorie o disturbi dello spettro autistico.
Compagni di vita
Il loro lavoro è silenzioso ma fondamentale. I cani di assistenza riconoscono cambiamenti chimici nel corpo umano e segnalano tempestivamente la necessità di intervenire. Altri aiutano a recuperare oggetti, aprire porte, spegnere luci o a fornire stabilità durante la deambulazione. Nei casi di disturbi psichiatrici o autismo, possono interrompere comportamenti autolesivi o calmare gli stati di ansia.
Ma oltre alle funzioni pratiche, il loro ruolo è profondamente emotivo. Regalano sicurezza, indipendenza e una migliore qualità di vita. Il legame tra cane e persona assistita diventa un legame viscerale: il cane impara a leggere emozioni, routine e stati d’animo.
La storia di Linda e Loki
È il caso di Linda, una ragazza di Cornedo Vicentino, e del suo cane Loki. Linda soffre di un disturbo che si manifesta con episodi improvvisi di perdita di conoscenza. Prima di Loki, ogni uscita da casa era un rischio. Oggi, grazie al suo labrador addestrato dall’associazione trevigiana, Insegnando si impara per la promozione degli interventi assistiti con animali, Linda ha riconquistato la libertà. Loki è addestrato a percepire piccolissimi segnali premonitori delle crisi: la guarda negli occhi, le si avvicina, le blocca il passo, dandole il tempo di mettersi in sicurezza. La ragazza è anche riuscita a viaggiare da sola in aereo con l’unica compagnia di Loki, di cui scrive Marula Furlan, fondatrice dell’associazione: «Loki è stata una scommessa che stiamo vincendo grazie alla voglia di tutti di mettersi in gioco e intraprendere strade inesplorate ed in salita… I cani, se gli dai fiducia, trovano sempre le risposte alle tue domande».

I cani per diabetici
Un’altra realtà virtuosa è quella della Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi della Regione Toscana, che ha avviato progetti pionieristici sui cani di assistenza per diabetici. Questi animali riescono a individuare variazioni glicemiche attraverso l’olfatto, riconoscendo odori legati a crisi ipoglicemiche o iperglicemiche. Non è raro che sveglino i propri compagni di vita nel cuore della notte per evitare conseguenze fatali. Le testimonianze di chi vive con uno di questi cani parlano di “un angelo a quattro zampe” che, letteralmente, salva loro la vita ogni giorno.
Riconoscimento legale in Italia
In Italia, il cane guida per ciechi è riconosciuto dalla legge n. 37/1974, che garantisce l’accesso in tutti i luoghi pubblici e sui mezzi di trasporto. Tuttavia, il quadro normativo per gli altri cani di assistenza è ancora frammentario. Esistono regolamenti regionali o locali, ma mancano norme nazionali univoche che stabiliscano diritti certi per chi si muove con un cane di assistenza.
Chi viaggia con un cane di assistenza ad oggi può vedersi negare l’accesso a esercizi pubblici, mezzi di trasporto o strutture ricettive, trovandosi costretto a spiegare ogni volta la funzione del proprio animale. Una difficoltà che diventa ancora più grande quando la disabilità è invisibile, come nel caso delle malattie neurologiche o metaboliche.
Barriere ancora da abbattere
I cani di assistenza rappresentano un vero presidio di salute e autonomia, eppure molti luoghi pubblici non sono ancora preparati ad accoglierli. Mancano informazioni, formazione e sensibilizzazione tra operatori, ristoratori, autisti e cittadini. Eppure, i cani di assistenza non sono animali da compagnia, ma strumenti di supporto essenziali.
La speranza è che presto in Italia si arrivi a una legislazione unica, che tuteli tutte le persone con disabilità che si avvalgono di un cane di assistenza, senza distinzioni.
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