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Cinque volpi artiche liberate in Norvegia, l’impresa ventennale per salvare la specie

Un piano di ripopolamento alleva gli esemplari in cattività, per poi rilasciarli nel loro habitat. A raccontare la difficile sopravvivenza di questi animali è anche un nuovo film, “Kina e Yuk alla scoperta del mondo”, con la voce narrante di Benedetta Rossi.

di Lorenzo Sangermano
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Nel cuore dei paesaggi innevati della Norvegia, cinque volpi artiche hanno finalmente ottenuto la libertà. Gli scienziati le hanno riportate nel loro habitat dopo averle fatte nascere e poi accudite grazie a un progetto di ripopolamento che tenta di prevenire l’estinzione di questa specie, simbolo del circolo polare.

Le volpi artiche, conosciute anche come volpi delle nevi, sono creature straordinarie che si sono adattate alla vita nelle regioni più a Nord del mondo.
Il mantello bianco che le caratterizza è unico, come la loro bellezza, e permette loro di mimetizzarsi contro gli attacchi dei predatori e di sopravvivere in un ambiente estremamente ostile. La loro resistenza non è però sufficiente di fronte ai pericoli creati dall’uomo e dal cambiamento climatico.

Una delle principali sfide che le volpi artiche affrontano è la mancanza di cibo. L’innalzamento delle temperature ha generato un aumento delle piogge che, cadendo sul terreno gelato, ricoprono l’habitat di uno spesso strato di ghiaccio. Questo impedisce a lemming e piccoli roditori, le prede principali delle volpi, di scavare nel terreno e di abitare la zona. Senza cibo a sufficienza, le volpi artiche affrontano così una lotta costante per la sopravvivenza.
Contro questa sfida, da più 20 anni la Norvegia ha messo in atto un piano nazionale di ripopolamento di volpi artiche. Al suo avvio nel 2003, lo Stato contava poco più di 50 esemplari in tutto il suo territorio. Grazie a un finanziamento da 3,1 milioni di NOK l’anno, circa 275 mila euro, gli scienziati sono riusciti a riportare la popolazione a circa 300 volpi adulte, anche se la situazione continua a rimanere sensibile.

La strategia norvegese adotta un approccio multi-fronte. Oltre alla riproduzione in cattività e al rilascio di volpi artiche nell’ambiente naturale, gli scienziati hanno creato stazioni di alimentazione strategiche in tutto l’habitat montano.
Queste postazioni forniscono cibo supplementare alle volpi, garantendo loro una fonte affidabile di nutrimento durante i periodi di scarsità.

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Un frame del film “Kina e Yuk alla scoperta del mondo”, in cui la voce narrante è quella di Benedetta Rossi. (Foto: @adler_entertainment)

Il processo di riproduzione in cattività coinvolge l’allevamento e la cura dei cuccioli di volpe in recinti all’aperto, dove gli scienziati monitorano attentamente la loro salute e lo sviluppo fisico.
Questo approccio mira a proteggere gli esemplari dagli attacchi degli animali predatori, come le aquile, prima di rilasciarli nell’ambiente naturale, dove la loro fisiologia è fondamentale per la sopravvivenza. Le volpi possono sopportare temperature fino a 50 gradi sotto zero grazie al loro mantello spesso e alla capacità di accoccolarsi per ridurre la dispersione del calore.

Nonostante le critiche di chi ritiene questo approccio non sostenibile, gli scienziati sono convinti che sia l’unico modo per dare a questa specie una chance di sopravvivenza, in attesa che si trovino soluzioni più a lungo termine contro i cambiamenti del clima polare.
Il futuro della volpe artica è appeso a un filo e la Norvegia sta facendo di tutto per non farla estinguere.

Gli scienziati non sono però soli, perché anche il cinema fa la sua parte. Proprio due volpi polari sono approdano sul grande schermo con un film per tutti che regala sequenza meravigliose. Intitolata “Kina e Yuk alla scoperta del mondo” e narrata dalla voce di Benedetta Rossi, la pellicola segue la vita di una coppia di volpi che vive nel Circolo Polare Artico canadese.
I due esemplari si preparano all’arrivo dei loro cuccioli quando improvvisamente i cambiamenti climatici stravolgono il loro habitat: la calotta artica inizia a frantumarsi e i ghiacci si spezzano, fino a separare la coppia di animali. Kina e Yuk dovranno così ritrovarsi in tempo prima del parto, sopravvivendo a ogni tipo di pericolo.
Gli spettatori possono perciò immergersi, anche grazie alle suggestive riprese in time-lapse, nella fragile realtà del mondo artico, dei suoi luoghi e dei suoi abitanti simbolo, le bellissime volpi bianche.

Foto d’apertura: IPA

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