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Sorpresa: i gatti sono (quasi) liquidi! Lo rivela una ricerca scientifica

Chi ha un gatto sa bene quanto questi felini siano capaci di infilarsi negli spazi più improbabili, superando ogni volta le aspettative, ma ora c’è persino uno studio scientifico che dimostra la loro straordinaria abilità e rivela come i gatti riescano a “modellare” il proprio corpo sfidando le leggi della fisica

di Pietro Santini
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I gatti sono tra gli animali più affascinanti e misteriosi che conosciamo.

Il loro corpo è un capolavoro di ingegneria naturale: uno scheletro composto da oltre 230 ossa, muscoli incredibilmente elastici e una colonna vertebrale così flessibile da permettere movimenti che sfidano le leggi della fisica.

E se vi dicessimo che in realtà i gatti non sono solo elastici ma sono addirittura… liquidi, come l’acqua?

Sì, avete letto bene. Quei teneri batuffoli di pelo che portano tanta gioia nelle nostre case, sono esseri liquidi…o quasi!

A sostegno di questa teoria, che potrebbe apparentemente sembrare assurda, ci sono comprovati studi scientifici, tra cui quello pubblicato da Péter Pongràcz sulla rivista iScience poche settimane fa, che amplia e concretizza il lavoro svolto nel 2017 da Marc-Antoine Fardin, del Laboratoire de Physique all’École Normale Supérieure di Lione.

Secondo la ricerca condotta dal Dipartimento di Etologia dell’ELTE Eötvös Loránd University di Budapest, i gatti avrebbero la stessa capacità di un liquido di adattarsi alla forma e alle dimensioni di un contenitore, grazie sia alla loro particolare struttura muscolo-scheletrica che alle loro spiccate doti intellettive.

Il gatto, infatti, ha una colonna vertebrale doppiamente mobile ed elastica rispetto a quella umana, paragonabile addirittura a quella di un serpente, e il suo cingolo scapolare non è rigido come il nostro, ma composto solamente da muscoli e legamenti, con clavicole strette, che lo rendono un vero e proprio contorsionista.

Al di là della questione fisica, il fatto che stupisce maggiormente – ed è quello sottolineato dallo studio ungherese – è che i felini domestici dimostrano di avere una precisa comprensione delle loro dimensioni e di quelle degli spazi dove decidono di infilarsi o di nascondersi, a differenza di altre specie animali, come i cani ad esempio.

Questa sorprendente capacità non viene applicata “a priori”, ma è adattiva, ovvero i gatti sottoposti al test non sembrano preoccuparsi della larghezza degli spazi, se l’altezza è comunque tale da consentire loro il passaggio. Durante i test, i felini hanno dimostrato un approccio a tentativi, cercando la soluzione migliore, a volte sbagliando, ma correggendo il tiro a seguito dei loro errori.

Nel caso opposto invece, riducendo l’altezza e ampliando la larghezza dell’apertura, i gatti si sono mostrati titubanti, dando conferma del fatto che hanno una chiara consapevolezza del loro corpo e che riescono a valutare in maniera differente le dimensioni verticali e orizzontali, privilegiando quella verticale.

In sostanza, ciò che è emerso è che i gatti fanno affidamento alla consapevolezza del proprio corpo quando si avvicinano a spazi ristretti, perché è grazie a questa consapevolezza che riescono a superare gli ostacoli fisici, usando la tecnica “tentativo-errore” e imparando dai propri calcoli errati.

Insomma, se prima si trattava solamente di una bizzarra teoria, premiata agli IgNobel Prize, dove in gara ci sono ogni anno solo le ricerche scientifiche più assurde, oggi è la scienza stessa a dare ulteriori conferme sulla “liquidità felina” e sull’intelligenza di questi affascinanti animali.

Ecco, ora sapete cosa rispondere a chi, vedendo il vostro gatto infilarsi in spazi angusti o nascondigli improbabili, vi domanderà sorpreso: “Ma come ci è riuscito?!”. Potrete spiegare che non è solo questione di elasticità fisica, ma di un’intelligenza innata che gli permette di trovare la via migliore e di adattarsi agli spazi, proprio come farebbe un… liquido.

Foto: IPA

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