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Scoperto il meccanismo che disegna strisce e macchie sugli animali  

Può sembrare strano, ma si tratta dello stesso principio che aiuta a rimuovere lo sporco dal bucato e si basa su un’idea proposta nel 1952 da Alan Turing, il padre del computer.

di Alessio Pagani

Scienza applicata ai colori degli animali. E in particolare alle loro striature o macchie. Da quelle delle zebre, passando per i leopardi fino ad arrivare ai coloratissimi esagoni di alcuni pesci-scatola. I ricercatori sono riusciti a comprendere, infatti, il meccanismo che traccia questi complicati disegni su pelle e pelliccia degli animali: può sembrare incredibile, ma si tratta dello stesso principio che aiuta a rimuovere lo sporco dal bucato e si basa su un’idea proposta nel 1952 da Alan Turing, il padre del computer. 

Per provare a comprenderlo bisogna leggere lo studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, condotto dall’Università americana del Colorado a Boulder. I ricercatori guidati da Benjamin Alessio hanno preso spunto da un’ipotesi fatta da Turing 70 anni fa, prima che venisse scoperta la doppia elica del Dna: quando i tessuti si sviluppano, agenti chimici si diffondono come il caffè nel latte, reagendo tra loro per formare macchie e spazi vuoti.  

Questo fenomeno, tuttavia, non può spiegare da solo la creazione di disegni estremamente precisi, dunque gli autori dello studio hanno pensato alla “diffusioforesi”. Si tratta di un meccanismo secondo il quale le molecole si muovono in risposta a cambiamenti come la diversa concentrazione. E qui entra in gioco il processo che si verifica ogni volta che facciamo il bucato: in pratica, i vestiti imbevuti di detersivo vengono risciacquati nell’acqua pulita invece che in quella insaponata poiché, in questo modo, il sapone si muove velocemente dai tessuti all’acqua, dove è presente in concentrazione molto inferiore, trascinando con sé anche lo sporco.  

Per verificare la loro idea, i ricercatori hanno simulato al computer questo meccanismo cercando di ottenere il disegno ad esagoni tipico di Aracana ornata, un pesce-scatola caratterizzato da un carapace rigido (da qui il suo soprannome) nativo dell’Australia. Usando solamente l’equazione di Turing, il computer ha prodotto macchie poco definite, invece incorporando anche la diffusioforesi il risultato si è rivelato molto simile al motivo esagonale colorato e nitido che si può ammirare sul pesce.  

E la spiegazione, apparentemente complessa, è fuori dal linguaggio scientifico decisamente semplice: il meccanismo prevede che, quando le sostanze chimiche si diffondono nei tessuti degli animali come descritto da Turing, trascinano con sé anche le cellule. Comprese quelle che producono i pigmenti colorati, proprio come il sapone fa con le macchie sul bucato. Dando vita a colorazioni singolari, geometricamente complesse e uniche da esemplare a esemplare.  

(Foto d’apertura: IPA)

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