Questi sono proprio cavalli con i baffi
Non si tratta di un fotomontaggio. Gli esemplari della razza equina dei Gypsy Vanner, ma anche degli Shire e dei Clydesdale, sono caratterizzati dalla presenza di splendidi mustacchi. Che li rendono davvero singolari.
di Redazione
Non è un trucco fotografico, tantomeno un inutile orpello estetico. Ci sono cavalli che naturalmente hanno dei singolari baffi proprio sotto il naso. Mustacchi li chiameremmo, paragonandoli agli umani. E la particolarità è legata proprio a una serie di razze, anticamente selezionate per fare i conti con i climi più rigidi. Da qui, infatti, sarebbe emerso il gene portatore di questa specificità, che può presentarsi sia negli esemplari maschi che femmine.
Tra le tipologie di cavallo in cui è più frequente trovare questo aspetto singolare si sono i Gipsy Vanner, gli Shire e i Clydesdale, e in generale tutte quelle razze conosciute e apprezzate per le folte chiome e peli molto lunghi.
Il gene che fa “spuntare” i baffi, infatti, è lo stesso responsabile della doppia criniera, di una coda lunga e folta, dei peli lunghi in prossimità degli zoccoli ed è di tipo recessivo e cumulativo (in pratica più copie del stesso gene portano ad avere più peli).
Avere baffi lunghi, però, ha anche una specifica funzione: si ritiene, infatti, che possano essere utilizzati dall’animale per riconoscere i vari tipi di erba anche in condizioni di scarsa luce. E normalmente i baffi fanno parte del mantello invernale, tendono infatti a diradarsi a primavera, e questo suffraga la teoria della ricerca dell’erba essendo notoriamente più complicato per le mandrie allo stato selvaggio trovare foraggio nelle stagioni meno calde.
Di sicuro, però, rappresentano una tra le parti più importante del sistema sensoriale degli equini. E forniscono importanti riscontri sull’ambiente del cavallo e sull’ambiente circostante sotto forma di tocco e vibrazione. La lunghezza dei baffi, inoltre, può aiutare gli animali a scoprire la distanza di sicurezza da oggetti sconosciuti, compensando gli angoli ciechi che un cavallo ha davanti al muso e sotto il naso.
Ecco perché pur strappando più di un sorriso non vanno interpretati in chiave ironica: sono a tutti gli effetti una risorsa che l’evoluzione ha fornito a questi cavalli.
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(Foto d’apertura: IPA)
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