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Liberate Kshamenk, “l’orca dimenticata” da 32 anni in una vasca minuscola

Un cetaceo solitario nuota come impazzito in cerchi ristretti, mostrando gravi segni di sofferenza e stress. Catturato a soli quattro anni, ha trascorso tre decenni in isolamento, privato delle cruciali interazioni sociali. Nonostante petizioni e proteste, il parco acquatico rifiuta il trasferimento e il mondo si indigna: c’è anche una denunca di sfruttamento dell’animale per esperimenti di inseminazione artificiale

di Silvia Stellacci
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Trentadue anni di prigione e solitudine, Kshamenk non ricorda nemmeno che cos’è la libertà. In cattività dal 1992, “l’orca dimenticata” – esemplare maschio conosciuto con questo nome – vive in una piccolissima vasca del parco acquatico Mundo Marino, in Argentina. Le sue giornate sono fatte di vuoto, lo si vede chiaramente in un recente video girato con un drone dagli animalisti. Nuota compiendo cerchi molto stretti e mostra segni di grave stress e sofferenza.

Nato libero nelle acque dell’oceano, l’esemplare è stato catturato a soli quattro anni insieme ad altre orche. Una di queste, Bélen, ha condiviso la vasca insieme a lui almeno fino al 2000, quando è scomparsa in circostanze poco chiare. Da allora, Kshamenk è rimasto da solo ed è stato privato della cosa più importante: l’interazione sociale, fondamentale per la sua specie.

Proteste e petizioni inascoltate

Negli anni, le proteste per la sua liberazione sono state numerose e appassionate. I sostenitori tuttora chiedono che Kshamenk venga trasferito in un santuario marino per ricevere cure adeguate e vivere in un ambiente più naturale. Una petizione al riguardo ha raccolto più di 17.000 firme in Italia e un’altra, che chiede di metter fine al suo sfruttamento, ne ha raccolte più di 700.000, ma Mundo Marino ha negato qualsiasi trasferimento, sostenendo che l’orca viva in buone condizioni.

Il parco acquatico afferma che Kshamenk è stato salvato dopo essersi arenato su una spiaggia e che non può essere rimesso in libertà, perché la sua sopravvivenza dipende dalle cure umane. Tuttavia, le associazioni animaliste contestano questa versione, sottolineando l’evidente stress e i problemi di salute dell’animale.

per interno
Kshamenk in uno dei pochi momenti di socialità all’interno del parco Mundo Marino, in Argentina.
Foto: mundomarino.com.ar

Sfruttamento e controversie etiche

Dal 2011, la creatura marina è stata coinvolta anche in un programma per la raccolta dello sperma, utilizzato per esperimenti di inseminazione artificiale. Una pratica che ha sollevato ulteriori dubbi sul suo sfruttamento.
L’associazione Derechos Animales Marinos, che riunisce diversi gruppi di attivisti per i diritti degli animali, ha denunciato infatti che Kshamenk, non avendo vicino esemplari della stessa specie, è stato addestrato a essere stimolato sessualmente da un delfino femmina con cui condivide la vasca.

Un futuro per Kshamenk?

L’attenzione mediatica intorno alla vicenda è alta ma, nonostante le numerose denunce, “l’orca dimenticata” continua a vivere nella sua prigione di cemento. I recenti video lo mostrano quasi del tutto immobile, non risponde agli stimoli esterni, ma se il parco acquatico continua a farlo esibire. Attivisti e organizzazioni animaliste continuano a spingere per il suo trasferimento in un santuario marino, dove potrebbe trascorrere i suoi ultimi anni in condizioni più dignitose.

In Italia, la petizione lanciata su Change.org ha riportato all’attenzione pubblica la storia di Kshamenk, raccogliendo migliaia di firme in poco tempo. «Non possiamo permetterci di ignorare la sofferenza di questa creatura», si legge nel testo della richiesta.

Ogni firma è un grido di speranza che chiede un futuro dignitoso e libero per l’orca più sola del mondo.

Foto d’apertura: @urgentseas e Facebook / Mundo Marino

Video: Instagram / @proyectogalgoargentina & @equipojudicialsandra

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