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Nei gusci delle tartarughe si conserva la storia degli esperimenti nucleari

Analizzando i carapaci di quattro esemplari vissuti in aree dove furono costruite o testate bombe atomiche, sono emerse tracce di contaminazione radioattiva.

di Alessio Pagani

Le tartarughe come sentinelle ambientali, o meglio, i loro gusci, che si sono rivelati capaci di conservare memoria del passato sulla nostra Terra. Lì infatti si possono trovare tracce di eventi di contaminazione ambientale, come quelli imputabili ai test nucleari, e questi segnali possono essere letti nel tempo.

A fare questa scoperta sono stati alcuni ricercatori guidati da Cyler Conrad del Pacific Northwest National Laboratory, esaminando alcuni campioni provenienti da collezioni naturali di animali che avevano vissuto in prossimità di siti interessati da test nucleari, o vicini a impianti nucleari. I dettagli sono stati pubblicati sulle pagine di Pnas Nexus. 

Il team che ha condotto lo studio ha lavorato su quattro tartarughe appartenenti a quattro specie diverse: una tartaruga verde (Chelonia mydas), una tartaruga del deserto (Gopherus agassizii), una testuggine di fiume (Pseudemys concinna) e una tartaruga scatola comune (Terrapene carolina). Non si trattava di animali vivi, ma di esemplari raccolti tra gli anni ’50 e gli anni ’80 del secolo scorso, in quattro diversi siti di produzione di materiale nucleare o di test per la detonazione della bomba, tre negli Stati Uniti (Utah, Tennessee e Georgia) e uno nelle Isole Marshall. 

L’analisi ha riguardato i gusci che nel corso della loro formazione hanno assimilato diversi elementi presenti nell’ecosistema (suolo e rocce, acqua e piante). E poiché i carapaci si sviluppano in cerchi concentrici di dimensioni sempre maggiori, è stato possibile non solo scoprire tracce di isotopi dell’uranio (prodotti come conseguenza dell’attività nucleare), ma anche ricostruirne la storia nel corso dei decenni. 

E c’è di più: i ricercatori hanno anche cercato di analizzare possibili variazioni temporali nelle tracce di radiazioni assorbite dai carapaci delle tartarughe – in cui si possono distinguere i diversi anni di crescita – osservando che effettivamente queste cambiavano con il passare degli anni. Per esempio, in un caso, è stato possibile osservare come le aree più contaminate fossero quelle corrispondenti alla giovane età dell’animale. 

(Foto d’apertura: IPA)

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