Il futuro del lupo si fa incerto: modificato il livello di protezione
Il Consiglio Europeo approva il declassamento del livello di protezione del lupo. La LAV: decisione «figlia di una scandalosa ideologia filo-venatoria».
di Marco Pastore
Il 5 giugno 2025, il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato una modifica significativa alla direttiva Habitat, riducendo il livello di protezione del lupo da “rigorosamente protetto” a “protetto”. Questa decisione segue l’adeguamento della Convenzione di Berna – il trattato internazionale del Consiglio d’Europa sulla conservazione della natura – entrato in vigore il 7 marzo 2025, e mira a fornire agli Stati membri maggiore flessibilità nella gestione delle popolazioni di lupi.
Il passaggio del lupo dall’Allegato IV all’Allegato V della direttiva Habitat consente agli Stati membri di adottare misure di gestione più flessibili, inclusi abbattimenti selettivi, purché tali azioni non compromettano lo stato di conservazione favorevole della specie. Inoltre, gli Stati hanno la facoltà di mantenere o introdurre misure di protezione più rigorose a livello nazionale.
Negli ultimi decenni, la popolazione di lupi in Europa è cresciuta significativamente. Nel 2012 si stimavano circa 11.193 esemplari, mentre nel 2023 il numero è salito a circa 20.300, presenti in tutti i 24 Stati membri non insulari dell’UE. In Italia, si contano oltre 3.300 lupi, distribuiti principalmente lungo l’Appennino e le Alpi.
L’aumento della popolazione di lupi ha portato a una maggiore interazione con le attività umane, in particolare l’allevamento. Secondo dati forniti dagli Stati membri, si stima che i lupi uccidano ogni anno almeno 65.500 capi di bestiame nell’UE. Questa situazione ha generato tensioni tra allevatori, amministrazioni locali e ambientalisti.
La decisione dell’UE ha suscitato reazioni contrastanti. Mentre alcune organizzazioni agricole hanno accolto positivamente la maggiore flessibilità nella gestione dei lupi, gruppi ambientalisti e animalisti hanno espresso preoccupazione per le possibili implicazioni sulla conservazione della specie. La LAV – Lega Anti Vivisezione –, ad esempio, ha definito la decisione «figlia di una scandalosa ideologia filo-venatoria» e ha annunciato azioni legali per contrastarla.
Con il nuovo status, ogni Stato membro potrà decidere autonomamente se applicare deroghe, autorizzare quote di abbattimenti selettivi o persino inserirlo nella lista delle specie cacciabili. È fondamentale che le autorità nazionali implementino strategie di gestione basate su dati scientifici e buone pratiche, per garantire una coesistenza equilibrata tra lupi e attività umane.
La sfida sarà trovare un equilibrio tra la necessità di proteggere il bestiame e quella di conservare una specie che svolge un ruolo cruciale negli ecosistemi europei.
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