Skip to Content
image description

Attenti al lupo (in Emilia Romagna e in Veneto): ecco come comportarsi

Il comune di Anzola (Bologna) ha diffuso un vademecum per chi si trovasse faccia a faccia con l’animale, che è tornato sul territorio. Un lupo è entrato in un giardino anche in provincia di Treviso e ha azzannato il cane di famiglia. È molto importante non avvicinarsi e non offrirgli cibo, e ricordate: se avete un incontro ravvicinato con un lupo, fate azione di disturbo, come parlare ad alta voce, agitare le braccia o battere le mani. Nella maggior parte dei casi l’animale si allontanerà da solo

di Redazione
apertura

Negli ultimi giorni in due regioni italiane è scattato l’allarme lupo. Esemplari di questa specie sono infatti stati avvistati sia ad Anzola dell’Emilia sia in provincia di Treviso, lungo il fiume Piave: in Veneto un lupo si è intrufolato nel giardino di un’abitazione e ha azzannato il cane di famiglia mentre i proprietari cenavano proprio lì vicino.
In entrambi i casi, le segnalazioni dei lupi hanno fatto scattare l’allarme non solo fra i contadini e gli allevatori, ma anche fra la popolazione.

A partire dagli anni ‘80 il lupo ha ricominciato a popolare massicciamente un territorio che storicamente era il suo habitat naturale. Grazie al riconoscimento come specie protetta del 1971 e al conseguente divieto di caccia emanato nel 1976, si è assistito alla spontanea e graduale ripresa della popolazione di lupi in Italia. Inizialmente lungo la catena appenninica meridionale e centro-settentrionale e in seguito sia al centro-sud sia al nord, dove la specie è stata segnalata sull’Appennino tosco-romagnolo e ligure.

Questo aumento di esemplari fa sì che non sia raro incontrarli in zone battute da escursionisti o anche abitate. È questo il caso di Anzola dell’Emilia (Bologna), che ha recentemente avvertito i suoi cittadini della presenza di almeno un esemplare di lupo, ricordando che è una splendida specie protetta ma che è necessario prestare la massima attenzione. 


Per questo il Comune di Anzola ha diffuso un vademecum da seguire in caso di incontro ravvicinato. Si tratta di una serie di consigli pratici che possono essere determinanti: eccoli.

  • Tenere sempre il cane al guinzaglio, non lasciarlo mai vagare da solo, se non nelle aree per lo sgambamento per i cani;

  • Se fate un incontro ravvicinato con un lupo, fate azione di disturbo, come parlare ad alta voce, agitare le braccia o battere le mani: nella maggior parte dei casi l’animale si allontanerà da solo;

  • Se vedete dei lupi da lontano, non avvicinatevi e rimanete in silenzio;

  • Va evitato ogni tipo di avvicinamento o contatto con i lupi, soprattutto in caso di avvistamento di cuccioli. Non va offerto cibo perché potrebbero associare la presenza dell’uomo col cibo e, quindi, creare una maggiore confidenza e avvicinamento verso l’uomo e l’abitato;

  • Non lasciare il cibo per gli animali domestici negli spazi esterni, soprattutto negli orari notturni, perché la presenza di cibo attira animali selvatici”.

    Il lupo può essere catturato o abbattuto solamente mediante l’intervento delle autorità preposte e l’amministrazione comunale non ha competenza in materia. In caso di avvistamenti di lupi o cuccioli in situazioni di pericolo o investiti da veicoli, infatti, è necessario effettuare la segnalazione alla polizia metropolitana, ai carabinieri forestali oppure al Centro di Recupero Animali Selvatici ed Esotici di Monte Adone di Bologna al numero 051 847600.

    Attualmente, il lupo in Italia è distribuito in due sottopopolazioni: quella peninsulare, che occupa ormai l’intera catena montuosa dell’Appennino, dalla Liguria fino alla Calabria, estendendosi al Lazio settentrionale e a buona parte della Toscana, dove, nel Parco Regionale della Maremma, raggiunge addirittura il mare, e la sottopopolazione alpina che occupa un’area che comprende la maggior parte delle Alpi occidentali in Italia, Francia, Svizzera ed è tuttora in fase di espansione.

    Il ritorno del lupo in Italia è legato a diversi fattori: lo sviluppo industriale del Paese, che ha incentivato l’abbandono delle aree agricole meno produttive di montagna e collina; l’aumento delle superfici ricoperte di foreste e boschi, dovuto allo spopolamento e ad azioni di rimboschimento, e l’aumento di disponibilità di prede selvatiche come caprioli, cervi daini.

    In particolare modo, il ripopolamento dei cinghiali ha significato per la specie del lupo un’ampia disponibilità di prede.
    Infine, negli ultimi anni le leggi di tutela per gli allevatori con conseguente risarcimento economico dei danni causati dai lupi, hanno consentito la riduzione degli abbattimenti illegali, che rappresentano la più grande minaccia alla sopravvivenza del lupo in Italia.

    Nel 2023 l’UE aveva avanzato la proposta di modificare lo status dei lupi da “rigorosamente protetti” a “protetti”, riducendone di fatto la tutela. Una proposta che ha sollevato dure critiche da parte degli ambientalisti, che l’hanno additata come “politica” e priva di evidenza scientifica.

  • testo di Giulia Drigo
    Foto: IPA

Copyright © 2024 – Tutti i diritti riservati

WordPress Ads