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Lo “zoo urbano” di Banksy sui muri di Londra

Stambecchi, scimmie, elefanti e anche un acquario pieno di piranhas. È da giorni che la capitale britannica si sveglia con graffiti tutti a tema animali, rivendicati poi dall’artista conosciuto in tutto il mondo. Finora sono 9 le opere disegnate su muri, saracinesche e ponti e una è stata anche rubata. Il messaggio di una simile pinacoteca a cielo aperto? E’ un monito per noi tutti: salvaguardate la natura e rispettate il mondo animale, che è già in grave pericolo

di Redazione
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Banksy, l’artista misterioso che trasforma i muri delle città in tele d’autore, questo agosto ha colpito a Londra.
In questi giorni la capitale britannica è divenata la sua pinacoteca a cielo aperto: finora per nove volte, al loro risveglio gli abitanti hanno trovato grandi graffiti sui muri dei palazzi, sulle finestre e addirittura su una garitta della Polizia: e la particolarità è che tutti i soggetti disegnati sono animali.
L’insieme delle nuove opere a sorpresa di Banksy – che non è mai stato visto mentre le realizza, dunque certamente lo fa a notte fonda – è stato così definito “zoo urbano”.

per Interno
Gli elefanti alla finestra che si cercano con la proboscide. Foto: @banksy



I passanti sono subito stati catturati dai murales e ne hanno postato le immagini, che sono rimbalzate in tutto il mondo e finite su ogni giornale. Lo stile delle opere è semplice e le figure degli animali sono totalmente nere, con pochi dettagli.
Il primo quattrozampe ad apparire è stato uno stambecco che si erge in bilico su un precipizio, così come testimonia il profilo Instagram dell’autore, che alcuni fan hanno interpretato così: “Quando sei in alto, c’è sempre qualcuno che aspetta che tu cada”. Una delle particolarità uniche dei graffiti di Banksy, spesso ironici o graffianti, è proprio il fatto che le persone comuni ne diano una personale spiegazione.

E’ stato poi il turno di due elefanti che ricordano un po’ Dumbo, l’elefantino del film Disney, e la sua mamma. I due animali sono distanti tra loro perché incorniciati da due finte finestre. L’unico elemento di contatto e conforto che hanno è il tocco delle loro proboscidi. Un altro utente ha commentato: “Sono il simbolo della forza e della grazia e ci ricordano il delicato equilibrio del mondo e la nostra responsabilità verso la natura”.

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Il pranzo dei pellicani: uno pare mangiare un pesce che compare sull’insegna del pub. Foto: @banksy


Sono apparsi poi graffiti di animali in pose più dinamiche: tre scimmie che giocano “appese” a un ponte su cui passa la metro, una coppia di pellicani intenti a trangugiare un pesce e un felino, o forse una leonessa, che sembra stiracchiarsi o in procinto di balzare in avanti .
“Per motivi di sicurezza”, così ha spiegato la Polizia, la leonessa è stata rimossa. Il giorno prima, infatti, un romantico lupo solitario disegnato su un’antenna parabolica, che alla fioca luce dei lampioni appariva come una luna piena, è stato rubato da due uomini incappucciati. Indisturbati, hanno portato via l’opera.
Le forze dell’ordine, al momento, non sono riusciti a risalire alle loro identità.

Capita spesso che qualcuno cerchi di appropriarsi delle apprezzatissime opere di Banksy per poterle rivendere. Fortunatamente, però, i graffiti lasciano traccia sul profilo Instagram dell’artista, dove nessuno potrà cancellarli.

Ma è stato il settimo giorno che Banksy ha svegliato la città con un’opera completamente diversa dalle altre: un acquario disegnato su una vecchia garitta della Polizia. Un acquario sui toni dell’azzurro, pieno di grossi piranhas con denti molto affilati.
La Polizia ha raccontato che quel gabbiotto in particolare fu installato, insieme ad altri, negli anni ’90, quando era emergenza attacchi terroristici. Alcuni, in quei pesci capaci di divorare una carcassa di bue in pochi secondi, hanno letto un messaggio nascosto, forse una critica alle forze dell’ordine. Ma anche la spietatezza di certi comportamenti umani.

per Interno
Una veccha garitta della Polizia trasformata in un grande acquario con piranhas. Foto: @banksy



Lo “zoo urbano” si è arricchito anche di un rinoceronte intento ad accoppiarsi con un’auto abbandonata, tratto in inganno da un cono che sembra un corno, e di un beffardo gorilla, disegnato sulle saracinesche abbassate proprio dello zoo di Londra.
Nello stencil del gorilla il messaggio appare più chiaro degli altri: l’animale, infatti, in posizione eretta come un uomo, libera altre specie da un grande sacco, dentro il quale si vedono tanti occhi in attesa. Escono, restituiti alla natura, una foca e alcuni uccelli. Non sbagliamo a ipotizzare che si tratti di un monito rivolto a tutti noi: basta con gli zoo e gli animali in gabbia, rilasciateli, riportateli nei loro habitat, rispettate la Terra.

Qual è lo scopo di tutti questi animali (ed è molto probabile che ne compariranno altri)?
Le speculazioni sono molte, nonostante Banksy non ne abbia confermata alcuna. In generale, poiché quasi tutti gli animali finora disegnati (a parte la foca) appartengono alla foresta e sono comunque selvatici e non domestici, si può pensare che l’artista voglia sottolineare l’urgenza di un comportamento dell’uomo più responsabile nei confronti della natura.
Non è normale trovare un rinoceronte o due elefanti nel centro di Londra: esattamente come non è normale che gli animali vengano tenuti nei circhi o esposti negli zoo per puro divertimento dei visitatori.
O, ancora, non è normale che l’uomo condanni a morte altre creature senzienti, distruggendo i loro ambienti, in nome di un progresso che pare inarrestabile e che ha già causato danni irreversibili.

Aspettiamo il prossimo disegno.

Testo di Aurora Castorina

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