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Lo sapevi? Ci sono cani con la lingua blu

Una mutazione genetica ha reso da tempo di questo particolare colore la lingua di due razze di cani, chow chow e shar pei.

di Lorenzo Sangermano

Nel mondo dei cani fisiologie particolari si alternano tra razza e razza. Una di queste è sicuramente la lingua blu, una caratteristica tanto strana quanto rara. Infatti a presentarla sono solo due tipi di cani, il chow chow e lo sharpei.

A determinarne l’origine, sembrerebbe esserci una mutazione genetica. In corrispondenza della lingua, un aumento delle cellule pigmentate trasforma il normale colore in una tonalità blu. Una particolarità che, a ogni sbadiglio, è ben visibile nel chow chow. Una razza oggigiorno molto diffusa che continua a vivere nel “ mistero”: di questo cane, infatti, non si conosce l’origine. Sembra fosse diventato popolare in Cina già attorno al 2000 a.C., per poi essere esportato in Inghilterra nel diciottesimo secolo. Un esemplare di taglia media, che si presenta spesso riservato, ma mai aggressivo: è raro sentirlo abbaiare mentre svolge fedelmente l’attività di guardiano della casa.

Attorno alla lingua del chow chow e all’origine della sua colorazione in Cina si sono sviluppate vere e proprie leggende. Una di queste racconta di un monaco che, ammalatosi, non è in grado di raccogliere la legna per scaldarsi. I suoi chow chow giungono in suo aiuto e nel bosco trovano pezzi di legno carbonizzati. Trasportandoli fino alla grotta dove si rifugia il padrone, ecco che la loro lingua assume il tipico colore scuro.

L’altra razza caratterizzata lingua di blu è quella dello shar pei. Un cane di taglia media ben riconoscibile per i suoi strati di pelle in eccesso, che accumulandosi gli donano un aspetto caratteristico. Ad abbondare non sono però le orecchie, che sono tipicamente piccole e ricurve. Poca guardia, ma tanto gioco. Infatti gli esemplari di questa razza amano trascorrere molto tempo con i propri padroni. Al contrario hanno paura delle persone estranee e possono faticare e stabilire il primo rapporto.

(Foto d’apertura: IPA)

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