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La tigna del gatto: cos’è, i sintomi e la cura

La tigna è una malattia infettiva causata da funghi patogeni che colpisce la cute, il pelo e le unghie, e può essere trasmessa dagli animali all’uomo. Nei gatti, si manifesta con zone prive di pelo, spesso circolari, e sintomi come croste, prurito e forfora. È altamente contagiosa, sia per contatto diretto che attraverso l’ambiente. La diagnosi precoce e un trattamento tempestivo, con terapie antifungine e un’accurata decontaminazione degli ambienti, sono essenziali per guarire l’animale e prevenire ulteriori infezioni

di Francesca Garrone
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La tigna è una malattia infettiva della cute e del pelo, che colpisce gli animali, ma anche l’uomo È sostenuta da alcuni funghi patogeni che si insediano nelle strutture cheratinizzate, come peli, unghie e strato corneo della cute del gatto. Questa condizione è particolarmente contagiosa, tanto che un gatto infetto può trasmettere la malattia ad altri animali domestici e agli esseri umani. Fortunatamente, riconoscere i sintomi precocemente e intervenire con una diagnosi veterinaria permette di gestire efficacemente la patologia, garantendo il benessere del gatto e limitando i rischi per le persone che vivono con lui. 

Scopriamo insieme cos’è la tigna, come curarla, le cause e i sintomi si manifestano nel gatto. 

Quali sono le cause della tigna

La tigna è una malattia infettiva conosciuta anche come dermatofitosi e i funghi responsabili di questa patologia sono quindi chiamati dermatofiti.  

L’infezione dovuta alla tigna interessa le strutture cheratinizzate della cute rappresentate dai peli, dallo strato corneo e dalle unghie. Il fungo responsabile della maggior parte dei casi (oltre il 90%) di dermatofitosi nel gatto e nel cane è il microsporum canis.  

Questo fungo della tigna è definito zoofilo in quanto è trasmissibile dall’animale all’uomo e, malgrado il nome ” canis”, trova nel gatto il suo serbatoio naturale. 

Come capire se il gatto ha la tigna 

Il primo sintomo della tigna nel gatto, di cui il proprietario sicuramente si accorge semplicemente guardando il proprio gatto, è la presenza di aree prive di pelo

La particolarità della lesione è che l’alopecia, cioè l’assenza di pelo, singola o multipla che sia, ha una forma tipicamente circolare, è spesso ricoperta da scaglie e in più tende ad allargarsi in senso centrifugo.  

Essendo la tigna una patologia trasmissibile all’uomo, il vedere questo sintomo dovrebbe spingere i proprietari a portare al più presto il gatto dal veterinario per avere una diagnosi certa e di conseguenza per dare una terapia tempestiva

Sintomi della tigna nel gatto 

I sintomi della tigna nel gatto non si limitano alla comparsa solo di zone alopeciche, può essere presente prurito, piccole croste, forfora e arrossamenti circoscritti.  

Dovete sapere che questi sintomi possono essere presenti anche in molte altre patologie, quindi solo il medico potrà confermare o meno il sospetto di tigna

Attenzione soprattutto ai gatti con pelo folto e lungo, pur avendo l’infezione potrebbero nascondere i sintomi più facilmente rispetto agli altri gatti, rimanendo così una pericolosa fonte di contagio.  

I gatti persiani sembrano essere particolarmente predisposti a dermatofitosi croniche caratterizzate in molti casi da gravi segni clinici. 

Dove colpisce la tigna del gatto? 

Le aree del corpo del gatto che sono generalmente coinvolte per prime dalla tigna sono la testa, particolarmente i padiglioni auricolari, il dorso del naso e le zampe. Tuttavia, è importante sapere che le lesioni possono comparire praticamente ovunque sul corpo, rendendo fondamentale un controllo accurato di tutto il mantello del gatto per individuare eventuali segni della malattia. 

Come prende la tigna il gatto 

Il gatto prende la tigna principalmente attraverso il contatto diretto con un altro gatto infetto, sia che abbia sintomi manifesti sia che sia un portatore asintomatico. Tuttavia, il contagio può avvenire anche indirettamente, poiché le spore dei funghi responsabili della malattia sono altamente resistenti e possono sopravvivere a lungo nell’ambiente. 

Ma il pericolo di trasmissione della tinga risiede anche nell’ambiente dove il gatto malato vive. 

Attenzione quindi in primis a cucce, coperte, trasportini e in generale a tutto ciò che fa parte del suo ambiente, poiché le spore dei funghi si diffondono facilmente e possono rappresentare una fonte di infezione sia per altri animali che per l’uomo. 

Cosa fa la tigna all’uomo 

La tigna nell’uomo può manifestarsi in modo differente a seconda della sede di infezione, del tipo di fungo responsabile e dello stato di salute del soggetto.  

La manifestazione più comune è un‘area circolare arrossata e desquamata, con una parte centrale più chiara e un bordo rilevato. Comunemente è presente prurito

Come curare la tigna del gatto

Per curare la tigna del gatto è fondamentale adottare un approccio completo che garantisca la guarigione dell’animale e riduca al minimo la contaminazione ambientale. La terapia prevede l’uso combinato di un trattamento sistemico, come farmaci antifungini somministrati per via orale, e di una terapia topica, applicata direttamente sulle lesioni cutanee. Oltre ai trattamenti specifici, è essenziale curare l’ambiente in cui vive il gatto. Una decontaminazione accurata di cucce, coperte, trasportini e di tutte le superfici con cui l’animale è entrato in contatto aiuterà a eliminare peli infetti e spore fungine, accelerando il processo di guarigione e prevenendo nuove infezioni. 

Agire tempestivamente e seguire scrupolosamente le indicazioni del veterinario è il modo migliore per curare la tigna del gatto in modo efficace e sicuro. 

Foto: IPA

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Foto Francesca Garrone

Il Veterinario

Francesca Garrone

Nata a Vigevano, si è laureata all’Università Statale di Milano in Medicina Veterinaria si trasferisce a Roma e inizia subito a svolgere attività libero professionale in diversi ambulatori. Approfondisce poi le sue conoscenze nel campo della dermatologia collaborando con rinomati specialisti del settore. Si appassiona alla materia e frequenta svariati corsi di aggiornamento, con particolare riferimento all’allergologia.
Dal 2005 è socia dell’ambulatorio “Veterinaria Trieste” di Roma, dove tuttora esercita la professione.
E’ autrice del libro “Prendiamo un cucciolo” (Cairo editore) scritto a quattro mani con la collega veterinaria e amica Chiara Giordano.
A parte il lavoro, il suo hobby del cuore è il giardinaggio.