Gatti randagi in prigione per fare compagnia ed “educare” i galeotti
Il programma FORWARD è un’iniziativa che nasce per offrire una seconda possibilità sia ai detenuti delle carceri americane sia ai felini in difficoltà. I randagi trovano un rifugio in cui vivere in attesa di essere adottati, mentre chi deve scontare una pena ha la possibilità di sviluppare un processo di crescita personale volto al reinserimento nella società. Il successo dell’iniziativa è confermato da attività simili che si svolgono in altre parti del mondo e che fanno sperare in un futuro migliore per gli uomini e per gli animali
di Filippo Bocchini
Cosa potrebbe accadere se il destino di un gruppo di detenuti con un passato problematico si incrociasse con quello di alcuni gatti randagi? Al penitenziario Pendleton Correctional Facility di Madison, Indiana, questo incontro inaspettato è diventato realtà grazie al programma FORWARD: una speciale iniziativa che da qualche anno punta a migliorare la vita di carcerati e animali attraverso l’interazione e la cura reciproca, offrendo loro un’opportunità di rinascita.
Il progetto, nato da una collaborazione tra la prigione e l’Animal Protection League, è stato pensato per aiutare i detenuti a rientrare in società più consapevoli e capaci di gestire le proprie emozioni. Come ha spiegato in un’intervista Maleah Stringer, direttrice dell’associazione, “gli animali diventano parte del percorso di riabilitazione dei detenuti”, ma non solo! La bellezza di questo programma, infatti, non è legata solo al suo impatto positivo sui galeotti ma anche ai gatti randagi che, spesso, hanno vissuto esperienze (molto diverse) ma altrettanto difficili.
Qual è quindi l’dea alla base del programma FORWARD? Offrire una seconda possibilità a gatti e detenuti, entrambi con storie di sofferenza e isolamento nel loro passato, e alla ricerca di nuovi rapporti da costruire: i felini randagi, spesso trascurati e destinati a una vita di stenti, vengono accolti nella struttura, dove trovano rifugio e attenzioni da parte dei carcerati, che li accudiscono nell’attesa che trovino una nuova famiglia.
Un esempio di successo di questo processo di riabilitazione è la storia di Galileo, un gatto dal manto rosso che soffriva di problemi respiratori cronici.
Una volta arrivato nella prigione, il dolce animale era così debilitato da riuscire a rimanere sveglio solo per brevi periodi, ed è stato Craig, un detenuto cinquantenne con una lunga storia di reati alle spalle, a prendersi cura di lui! Grazie alle sue attenzioni, Galileo ha ritrovato forza e vitalità e oggi ha un’esistenza serena. Craig, che nel frattempo è stato rilasciato, ha deciso di adottare il gatto e ha raccontato come prendersi cura di lui lo abbia aiutato a recuperare il rispetto per sé stesso e a riscoprire il valore della responsabilità, che aveva smarrito molto tempo prima.
Un programma molto particolare che, oltre a fornire cure agli animali, aiuta i detenuti a sviluppare abilità emotive fondamentali: molti di loro hanno dichiarato che intrattenersi con i gatti e occuparsi dei loro bisogni sia stato di grande aiuto per gestire meglio le proprie emozioni. E per sentirsi meno soli dentro quelle mura.
Attraverso questi gesti di cura, i carcerati ritrovano infatti uno scopo e sviluppano una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie azioni. Il programma FORWARD non è solo l’occasione per salvare animali destinati a un triste destino, ma anche un potente strumento di crescita personale con cui imparare a esprimere emozioni e a sviluppare empatia, due competenze fondamentali per un reinserimento di successo nella società.
Iniziative simili sono già in atto in altri Paesi (in Cile ad esempio ricordiamo la Penitenciaria, dove gatti e detenuti vivono in sintonia migliorandosi a vicenda), e il progetto FORWARD potrebbe ispirare ulteriori strutture nel mondo, mostrando come, anche in luoghi di restrizione e difficoltà, si possano trovare sempre occasioni per ripartire.
In apertura: un randagio si sgranchisce le zampe dentro la ruota, sotto gli occhi di due ospiti della struttura carceraria.
Tutte le foto: Facebook / Pendleton Correctional Facility_FORWARD
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