Skip to Content
image description

Il mistero del letargo degli orsi

Nascosti in grotte o tane naturali, questi grandi mammiferi sono in grado di sfidare la scienza per sopravvivere al freddo e alla scarsità di cibo.

di Lorenzo Sangermano

Nel misterioso mondo della natura, gli orsi sono noti per uno dei comportamenti più enigmatici: il letargo. Tale fenomeno, che coinvolge un drastico rallentamento metabolico e un sonno profondo, è un adattamento cruciale che consente a questi mammiferi di sopravvivere ai rigori dell’inverno.

Il ciclo del letargo

L’inizio del letargo per gli orsi è una coreografia naturale che parte a novembre. In questo periodo gli orsi si preparano all’ibernazione accumulando riserve di grasso attraverso una caccia intensiva, necessaria per affrontare la lunga inattività invernale. Trovano quindi un luogo sicuro e riparato, come una tana o una grotta, per ridurre al minimo la perdita di calore corporeo.

Una volta addormentati, il loro corpo subisce un drastico cambiamento. La temperatura corporea si abbassa, il battito cardiaco rallenta e anche la frequenza del respiro diminuisce. Pur sembrando immersi in un sonno profondo, gli orsi possono occasionalmente svegliarsi durante il giorno, pulirsi e riorganizzare il materiale per il riposo. Una caratteristica che ha portato gli scienziati a considerare più appropriato per questi animali il termine “ibernazione”.

L’adattamento energetico

Il letargo degli orsi è una sfida energetica significativa. A differenza dei piccoli mammiferi, gli orsi hanno un rapporto superficie-volume che li fa raffreddare più lentamente, quindi non possono ridurre il metabolismo tanto quanto altri animali in letargo. Nei casi degli orsi neri e bruni, si osserva una riduzione del 75% del metabolismo basale. Può sembrare modesto rispetto ad altri animali, ma è sufficiente per consentire agli orsi di sopravvivere senza cercare cibo o bruciare molte calorie.

La durata del letargo

La durata del letargo degli orsi può variare notevolmente in base alle condizioni climatiche e alla disponibilità di risorse. Possono rimanere in letargo per diversi mesi, dal momento che l’uscita dalla tana è influenzata dalle temperature e dalla disponibilità di cibo. Ne sono un esempio gli orsi del Parco Nazionale d’Abruzzo che emergono dal letargo prima rispetto a quelli delle Alpi del Trentino, grazie alle temperature medie più elevate.

Un mistero risolto: il fenomeno del “tappo”

Il letargo degli orsi ha anche sollevato una curiosità intrigante fra i ricercatori: cosa accade al loro sistema digestivo durante questo periodo di inattività? In passato si pensava che gli orsi ingerissero deliberatamente materiali non digeribili per bloccare l’intestino e prevenire le necessità fisiologiche durante il letargo.

Ricerche più recenti hanno però rivelato che gli orsi non mangiano nulla di intenzionalmente indigeribile. Il loro intestino continua a produrre secrezioni e a perdere cellule che si accumulano nel tratto intestinale, formando una sorta di “tappo” di alcuni centimetri. Questo materiale si asciuga col tempo e viene espulso una volta che l’orso esce dalla tana.

(Foto d’apertura: IPA)

Copyright © 2024 – Tutti i diritti riservati