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I puntini neri sulla pancia dei pinguini africani sono il loro… nome!

Un recente studio condotto allo ZooMarine di Torvaianica rivela come questi animali si identificano tra loro, svelando un intricato linguaggio visivo e dinamiche sociali affascinanti.

di Silvia Stellacci

I pinguini del parco marino ZooMarine a Torvaianica, vicino a Roma, hanno offerto uno spunto unico per uno studio pubblicato su Animal Behaviour, che svela il modo originale in cui i pinguini africani (Spheniscus demersus) si riconoscono tra loro. Sebbene a noi possano sembrare tutti uguali, questi adorabili uccelli hanno dimostrato infatti di avere un proprio metodo di identificazione: un pattern di puntini neri sul petto, che funzionano come “nomi” o “carte di identità” visive. 

Il parco acquatico accoglie 16 individui adulti e 6 giovani pinguini africani, ma solo 12 di questi esemplari – 5 femmine e 7 maschi – sono stati selezionati per essere sottoposti all’esperimento, dal settembre 2021 al marzo 2022. 

L’esperimento

Prima di tutto, ogni pinguino è stato fotografato in varie pose così da creare un set di 37 immagini digitalizzate e stampate su cartoncino bianco, all’incirca delle dimensioni reali dei pinguini africani. Poi, gli esperimenti sono stati suddivisi in tre fasi e hanno rivelato il ruolo cruciale dei puntini neri nel riconoscimento tra individui. 

Nella prima fase, i pinguini sono stati messi di fronte a due immagini dei propri simili: uno appartenente al loro gruppo e un altro con un pattern di pois non familiare. Già durante questo primo test, gli animali hanno mostrato un maggiore interesse per gli esemplari conosciuti, passando più tempo a interagire con loro. 

Nella seconda fase – dopo aver rimosso digitalmente i puntini neri da una delle due immagini – i pinguini hanno dimostrato una netta preferenza per le immagini “a pois”, ignorando quelle senza pattern. Questo risultato ha confermato che i puntini neri sul petto svolgono un ruolo essenziale nella riconoscibilità visiva degli “amici”.

Nella terza fase, infine, è emersa confusione quando, sia ai pinguini noti che a quelli sconosciuti, sono stati rimossi i puntini neri dalle immagini, suggerendo che la puntinatura nera è la chiave principale per il riconoscimento visivo. 

L’importanza dello studio 

Lo studio non solo getta luce sulle dinamiche sociali complesse dei pinguini africani, ma mostra anche che il riconoscimento individuale basato su caratteristiche visive è più diffuso di quanto si potesse pensare. 

Luigi Baciadonna, uno psicologo che ha condotto la ricerca presso l’Università di Torino, ha dichiarato a “Science”: «È uno studio originale con una scoperta notevole». Mark Hauber, psicologo comparativo presso il City University of New York Graduate Center, ha commentato alla rivista scientifica: «Il riconoscimento individuale basato sull’aspetto è un tratto che pensavamo fosse molto speciale e cognitivamente difficile. Il nuovo studio dimostra che anche i pinguini possono farlo e questo lo rende ancora più affascinante».

(Foto d’apertura: IPA)

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