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I lamantini e il mito delle sirene 

Sono questi mammiferi marini, con ogni probabilità, ad aver dato vita alla leggenda. E il motivo è legato al loro modo di allattare i cuccioli che ricorda da molto vicino quello umano.

di Alessio Pagani

Le sirene esistono. Ci sono davvero. Vivono nelle acque costiere poco profonde o paludose dell’America e dell’Africa. E sono presenti anche nel Mar dei Caraibi. Solo che non sono donne, metà pesci e metà umane, che attraggono i naviganti con la melodia del loro canto per poi farli naufragare, come nel racconto dell’Odissea. Sono animali.

Sono mammiferi, innocui, ma dalla mole decisamente importante. Tra i più i grandi del pianeta Terra. Possono arrivare facilmente a una lunghezza di 3 metri e superare anche i 500 chilogrammi di peso. Veri giganti acquatici, hanno una stretta parentela con altri animali decisamente grossi, ma di terraferma, ovvero gli elefanti.

Se ogni leggenda ha un briciolo di verità, anche nel caso del mito delle sirene esiste una realtà: e sono proprio loro, i Sirenidi, un ordine di mammiferi che, come i cetacei, si è perfettamente adattato all’ambiente acquatico. Sono proprio questi animali a rappresentare l’origine concreta del mito. Pochi altri possono vantare credenziali così importanti. Questi, invece, sì, perché sono riusciti in un’impresa davvero speciale. Loro sono i dugonghi e i lamantini.  

La sirena è una creatura mitologica che ha avuto origine nell’antica Grecia, concepita per la prima volta come un uccello dalla testa umana. Ad un certo punto, però, nel Medioevo, qualcosa è cambiato. E il loro aspetto si è trasformato in quello di un pesce. Ed è così che si è imposta nella cultura di massa. Una creatura con il corpo di donna fino alla vita, da cui partiva una lunga pinna che le consentiva di vivere e frequentare le profondità marine.  

Un racconto che è arrivato intatto ai giorni nostri. Grazie anche al più celebre dei navigatori, Cristoforo Colombo: proprio 530 anni fa, infatti, alcuni mesi dopo la scoperta dell’America, l’esploratore nativo della Repubblica di Genova fece mettere nero su bianco il suo incontro ravvicinato con le sirene, avvenuto lungo le coste dell’attuale Repubblica dominicana. Secondo la trascrizione del suo diario di bordo, ad opera del vescovo spagnolo Bartolomé de Las Casas, Colombo usò proprio queste parole: «Ho visto tre sirene emergere dall’acqua. Ma non sono così belle come le dipingono, poiché i loro volti hanno alcuni tratti maschili, benché in un certo qual modo posso dirvi che hanno forma umana…».   

Non erano sirene, ma lamantini. Animali speciali, singolari, buffi. Non comuni. Per conoscerli da vicino in Italia c’è solo un luogo. E per raggiungerlo dobbiamo arrivare sul Mar Ligure e osservare lo stesso orizzonte che ha conquistato Cristoforo Colombo. Proprio nella sua città natale, infatti, c’è l’acquario di Genova, una delle 10 strutture europee in cui si possono ammirare questi animali. E in cui si può capire da vicino la necessità di studiarli e favorirne la conservazione.

In questo viaggio alla scoperta di lamantini e dugonghi sarà proprio un’esperta dell’Acquario genovese a farci da navigatrice: Erika Esposti, curatore dei mammiferi e degli uccelli marini. 

(Foto d’apertura: IPA)

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