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I canguri esistono solo in Australia. Ecco perché 

Le cause, riferisce lo studio dedicato a questi animali e pubblicato su Science, sono legate all’incapacità di adattamento dei marsupiali al clima dell’Indonesia, unico ponte di accesso all’Asia e al resto del mondo.

di Redazione

Se lo sono chiesto in tanti. Compresi ricercatori e scienziati. Perché i canguri, salvo gli esemplari trasferiti dall’uomo altrove, esistono solo in Australia? Quesito singolare che, però, ora ha la sua risposta. O per meglio dire le risposte.  

Sono due, infatti, i motivi che hanno circoscritto l’areale di questi animali. Il primo ha a che fare con l’evoluzione geologica della Terra e il movimento delle placche terrestri, il secondo con i cambiamenti climatici che ne sono conseguiti. È quanto racconta lo studio pubblicato sulle pagine di Science, condotto da un gruppo di ricercatori della Australian National University e dell’Eth di Zurigo. 

Cruciale per comprendere come canguri, ma anche koala e altri marsupiali, siano concentrati solo in Australia è la cosiddetta “Linea di Wallace”. Una sorta di confine invisibile che separa Asia e Oceania, dal punto di vista della tipologia di animali presenti. Prende il nome dal naturalista britannico Alfred Russel Wallace, che già nella seconda metà del 1800 individuò una discontinuità di tipo biologico fra l’isola di Bali e quella di Lombok, vicinissime tra loro in termini geografici, ma incredibilmente distinte dal punto di vista della biodiversità. 

Tutto parte da molto lontano. «Quando 35 milioni di anni fa l’Australia era localizzata molto più a sud ed era collegata all’Antartide», ha ricostruito Alex Skeels della Australian National University, primo autore dello studio. «Poi questo continente si è distaccato dall’Antartide e nel corso di milioni di anni si è spostato verso nord, fino a scontrarsi con l’Asia. Dando vita a tutta una serie di isole vulcaniche che oggi conosciamo come Indonesia». Queste “nuove” terre così sono diventate dei ponti che hanno permesso lo scambio di fauna e flora fra i due continenti. Ma prevalentemente in un senso. Perché mentre uccelli, mammiferi, rettili e anfibi originari dell’Asia hanno raggiunto l’Australia e vi si sono insediate, non è successo il contrario. E tutto sarebbe riconducibile al clima.  

«Staccandosi dall’Antartide», proseguono i ricercatori, «l’Australia ha aperto questa area di oceano profondo attorno al continente antartico, dove oggi si trova la corrente circumpolare. Questo ha reso la situazione climatica molto più fresca, lasciando però le isole dell’Indonesia in un’area tropicale, ossia piuttosto umida e calda. E mentre le specie originarie dell’Asia erano già adattate a sopravvivere in queste condizioni, per le specie che si sono evolute in Australia, lo stacco è rimasto insormontabile». Determinate è stata soprattutto la diversa tolleranza alle precipitazioni che ha fatto sì che la fauna australiana si “bloccasse” sul continente.  

Appurato questo meccanismo i ricercatori puntano ora ad allargare il modello. «Per avere un supporto nelle predizioni sulle migrazioni future degli animali, e aiutarci a prevedere quali specie potrebbero essere più inclini ad adattarsi a nuovi ambienti».  

(Foto d’apertura: IPA)

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