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Dalla Cina agli Stati Uniti: il “volo della libertà” che ha portato in salvo 50 cani (e 2 gatti)

L’ha organizzato l’associazione No dog let behind, che opera in Cina per sottrarre i quattrozampe al mercato sanguinoso della macellazione. Ogni anno per il Festival di Yulin si ripete lo scempio della cattura dei pet, per vendere la loro carne ai ristoranti. Fermare questo orrore è un dovere per tutti.

di Redazione
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Con un volo speciale atterrato all’aeroporto John F. Kennedy di New York, ribattezzato “il volo della libertà”, sono arrivati negli Stati Uniti 50 cani salvati da una fine atroce. Si tratta di cani destinati al macello per l’intollerabile Festival di Yulin, che ogni anno si tiene in Cina in occasione della settimana del solstizio d’estate, che sarà il 20 giugno.

La squadra di angeli che li ha tratti in salvo è quella dell’organizzazione newyorkese no-profit No dogs let behind (Nessun cane resta indietro), che opera nel Paese del Sol Levante proprio per evitare ogni anno la stessa mattanza, che ha numeri impressionanti: si calcola che in occasione del festival, ma non solo, siano macellati con metodi terrificanti almeno 10 mila animali. I cani vengono ammazzati per essere mangiati.
Questi numeri sono stime, perché si tratta di un mercato sminuito dalla Cina che, da quando l’Occidente già dieci anni fa si è levato contro tale pratica aberrante, cerca di proteggere la propria reputazione a livello internazionale. In ogni caso, grazie all’impegno indefesso di volontari come questi, sicuramente le stragi di cani vanno diminuendo di anno in anno, ma l’obiettivo è quello di proibire del tutto l’uccisione dei cani a scopo alimentare, come è accaduto – pare – nella Corea del Sud.

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Uno dei cani portati via dalla Cina: per tutti si cerca un’adozione negli Stati Uniti.

No dogs let behind opera sul territorio con una rete di volontari in incognito che girano per le strade con lo scopo di individuare chi trasporta i cani per la macellazione. Riconoscere questi trafficanti è molto facile, perché sono alla guida di camioncini, automibili o biciclette cariche all’inverosimile di poveri quattrozampe perlopiù feriti e terrorizzati, stipati dentro gabbie di fortuna. Non si tratta solo di animali di strada, randagi senza un tetto, ma anche di cani rubati ai legittimi proprietari, tutti catturati con la violenza, con l’uso di bastoni, lacci, uncini. Vengono storditi per essere infilati dentro quelle disgustose gabbie.

Quando un volontario individua un trafficante di cani, avvisa le forze dell’ordine, che sono tenute a intervenire. Da quel momento, entra in campo No dogs let behind, il cui lavoro non è semplice: per prima cosa portare in sicurezza i cani, poi offrire i primi soccorsi a quelli feriti o in pessime condizioni di salute e infine, con l’appoggio di una rete di veterinari ed esperti, organizzare i voli della libertà, che li portano via dalla Cina verso la salvezza. Servono cure, permessi, cibo: tutte operazioni anche costose, cui l’organizzazione fa fronte senza aiuti istituzionali.

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Appena uscito dalla gabbia utilizzata per il volo aereo, questo cagnolino assapora la libertà.

L’ultimo viaggio della salvezza ha portato appunto gli animali a New York, sede dell’organizzazione, dove ad attenderli c’erano ancora veterinari e volontari che hanno già iniziato a cercare per loro una sistemazione definitiva.
In genere, non si tratta di animali subito adottabilil, però, perché molti devono ricevere cure mediche e molti altri sono ancora terrorizzati da ciò che hanno passato e visto: sono cani in condizioni delicate, per i quali viene cercata prima una soluzione temporanea. Una famiglia che li accolga part-time, magari qualche ora al giorno, perché i quattrozampe dimentichino lo choc e siano pronti per una vita finalmente normale.
E alla fine scatta in genere la sospirata adozione, ottenuta grazie ai social di No dogs let behind, dove i cani pronti per un nuovo umano vengono mostrati in tutta la loro dolcezza.

Questo ultimo volo della libertà trasportava per la prima volta anche due ospiti speciali: due gattini, anche loro salvati dalla macellazione e dal finire sulla tavola di un ristorante. Sono stati chiamati Harbour e Sprite e affronteranno la stessa trafila dei cani salvati dal Festival di Yulin.

In apertura: La zona riservata all’arrivo dei cani all’aeroporto JFK di New York.
Tutte le foto: frame da video Facebook / No Dogs Left Behind


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