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Corrida patrimonio dell’umanità? L’Unesco dice no, per la seconda volta

Per la pratica diffusa soprattutto in Spagna è il secondo rifiuto negli ultimi anni. A causarlo, come nel primo caso, vizi di forma nei documenti richiesti.

di Lorenzo Sangermano

L’Asociación Internacional de la Tauromaquia (AIT) ha subito un duro colpo quando la sua richiesta di inserire le corride nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità è stata respinta dall’Unesco. La ragione di questa decisione non è però legata a questioni etiche o di merito, quanto piuttosto a un “vizio tecnico formale”. Motivazione alla base anche del precedente respingimento nel 2020 che, come quest’ultimo, mancava dei documenti necessari e del supporto di uno Stato.

La richiesta, presentata dall’AIT in estate, includeva un’apparente “situazione di emergenza” per le corride in Spagna, influenzata dalle conseguenze della pandemia da Coronavirus. Il problema principale era però che la richiesta era giunta all’Unesco come una semplice lettera indirizzata alla direttrice generale dell’organizzazione, Audrey Azoulay, senza essere accompagnata da un dossier motivato e senza alcun supporto da parte di uno Stato. In altre parole, era una domanda da parte di un ente privato, non sostenuta da alcun governo.

La decisione dell’Unesco è stata accolta con entusiasmo dalle organizzazioni animaliste che si oppongono alle corride. La campagna #NoTauromaquiaEnUnesco, promossa da quest’ultime, ha ottenuto il supporto di oltre 985 gruppi in tutto il mondo. Le corride sono da sempre oggetto di controversia a causa del trattamento degli animali coinvolti. Durante il loro svolgimento, il toro viene drogato, colpito ripetutamente sui reni e sottoposto a maltrattamenti prima di essere ucciso dal matador. 

È importante notare che questa decisione si basa su un problema tecnico e burocratico e non rappresenta un giudizio sull’eticità delle corride. La discussione su questo tema rimane divisiva, con sostenitori che ritengono che le corride rappresentino un importante patrimonio culturale spagnolo e oppositori che vedono in essa una pratica crudele e obsoleta.

In ogni caso, il fatto che la richiesta sia stata respinta per ragioni formali suggerisce che l’Unesco potrebbe essere aperta a considerare nuovamente la candidatura delle corride in futuro, a condizione che vengano soddisfatte le procedure richieste. Nel frattempo, le organizzazioni animaliste vedono questa decisione come un passo nella giusta direzione per proteggere la dignità e la salute degli animali coinvolti in questa crudele tradizione.

(Foto d’apertura: IPA)

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