Avete mai visto una mucca anziana? E un pollo? Un’azienda cilena rompe il silenzio
La sua campagna di sensibilizzazione ha utilizzato l’intelligenza artificiale per mostrare come sarebbero gli animali se fossero lasciati invecchiare in natura. Negli allevamenti, invece, la loro aspettativa di vita massima è di pochi anni.
di Alessio Pagani
«Avete mai visto un pollo di 22 anni? Probabilmente no». Ed è normale, purtroppo. Nell’industria alimentare, infatti, queste creature vivono solitamente alcuni mesi, persino giorni, nonostante le loro aspettative di vita in libertà siano di oltre un decennio. «Quindi abbiamo dovuto usare l’intelligenza artificiale per creare questo video, proprio come facciamo con il nostro cibo». Parola di Notco, azienda cilena di prodotti a base vegetale alternativi a quelli di origine animale che, un po’ per motivi etici, un po’ per autopromozione, ha schierato in campo l’intelligenza artificiale.
Creando alcune immagini che mostrano animali d’allevamento, come mucche, maiali o polli, nella loro versione da anziani. Quella che non raggiungono mai se non nei santuari e decisamente a distanza dalla filiera alimentare. Per fare qualche esempio, i maiali da carne vivono circa sei mesi, invece potrebbero arrivare a superare abbondantemente i 20 anni, così come i polli non compiono più di sei settimane, quando invece potrebbero raggiungere anche loro il doppio decennio di vita.
«L’obiettivo», chiariscono da Notco, «è sensibilizzare sulle crudeltà “contro natura” degli allevamenti intensivi, dove gli animali sono costretti a morire da giovani o giovanissimi per rispondere alle esigenze dell’industria».
La cruda realtà è così affidata, ad esempio, ad una mucca di 48 anni con il pelo imbiancato. Un gallo anziano, anche lui con le piume ormai canute. Elaborazioni del software di intelligenza artificiale del tipo Midjourney, in grado di creare contenuti visivi basandosi unicamente su richieste testuali. Immagini che però non sono di fantasia, perché questa è la realtà che vivrebbero questi animali vivendo in natura.
(Foto d’apertura: @notcous)
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