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Guidare da… cani. Questi incredibili quattrozampe lo hanno fatto davvero!

In Nuova Zelanda, SPCA e Mini hanno realizzato un’impresa straordinaria: insegnare ad alcuni cani a guidare un’auto. In soli due mesi, tre cani hanno imparato a pilotare una Mini Countryman modificata, dimostrando l’incredibile intelligenza dei trovatelli che vivono in canile. L’iniziativa, nata per promuovere l’adozione, ha avuto risonanza mondiale e invita a riflettere sul valore dei cani senza pedigree e sull’importanza dell’adozione

di Pietro Santini
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L’automobile è sicuramente una delle invenzioni più importanti della storia. Da quando, nel lontano 1907, Ford lanciò il celebre Model T dando inizio alla produzione in larga scala, è nato ufficialmente il mezzo di trasporto più utilizzato dagli umani.

Per inquadrare la portata di questo fenomeno, ammesso che ce ne sia bisogno, il 70% degli italiani possiede un’auto ed è inevitabile che, di fronte a un numero così elevato di “piloti”, alcuni di questi siano classificabili tra coloro che “guidano da cani”.

Dall’altra parte del mondo, però, in Nuova Zelanda, dove anche le stagioni si invertono rispetto alle nostre, l’espressione “guidare da cani” ha assunto tutto un altro significato. Da quando SPCA e Mini hanno unito le forze.

La Society for the Prevention of Cruelty to All Animals è un’organizzazione no-profit nata in Inghilterra nel 1824 e oggi attiva in tutto il mondo, ma proprio dalla terra dei kiwi è salita alla ribalta del globo intero, quasi 200 anni dopo, grazie a un’attività che ha dell’incredibile, realizzata assieme a Mini e ideata da Draft, l’agenzia di comunicazione che segue la casa automobilistica inglese.

per Interno
Monty, un mix schnauzer, rimarrà nella storia come il primo cane in assoluto a guidare un’automobile.

Il concept di base era molto semplice: bisognava dimostrare che i cani sono così intelligenti che non possono essere lasciati a marcire all’interno di una gabbia di un canile. E per farlo questi cani dovevano guidare una Mini.

Un’idea folle, almeno apparentemente, che se portata a compimento avrebbe avuto un doppio risvolto positivo: il primo, quello più importante, è che avrebbe dato notorietà ai cani-pilota permettendo loro di trovare una sistemazione per la vita; il secondo, va da sé, un’impresa del genere sarebbe rimasta per sempre nei libri di storia.

L’arduo compito è stato affidato al miglior educatore cinofilo al mondo, Mark Vette, il quale ha ammesso di essersi trovato di fronte alla sfida più complessa della sua carriera. Detto da chi ha contribuito al successo di capolavori come “Il Signore degli Anelli” o “L’Ultimo Samurai”, dovrebbe avere un eco ancor più forte.

Chissà quanti mesi potevano servire a Vette per insegnare ai quadrupedi come si guida un’auto. Sei mesi? Un anno? Due? Ma soprattutto, ci poteva mai riuscire?

Otto settimane. Sono servite otto settimane perché Monty, Porter e Ginny si dimostrassero capaci di prendere il controllo di una Mini Countryman e di fare un giro per il circuito di Auckland.
I primi giorni, i più complicati, sono stati dedicati all’allenamento indoor, un po’ come fanno i piloti di Formula 1 con i simulatori di guida. Poi si è passati al tracciato vero e proprio.

per Interno
Prima di poter scendere in pista, i 3 cani scelti da SPCA hanno dovuto superare molte prove per dimostrare le loro “abilità” nella guida. All’inizio è stato usato questo simulatore.

Certo, l’auto è stata modificata per permettere ai cani trovatelli di poter interagire con i comandi, ed è stato installato un limitatore a 30 chilometri orari. Ma questo poco importa. L’impresa inimmaginabile è stata compiuta. E in mondovisione!

Le telecamere del Campbell Live show, il più famoso talk show neozelandese, hanno infatti seguito la vicenda e trasmesso in diretta la performance automobilistica di Monty e Porter, i due cani che si sono mostrati più abili nelle “qualifiche”. Inutile dire che questi filmati hanno ben presto fatto il giro del mondo fino ad arrivare al David Letterman Show e a riempire pagine di giornali, blog e profili social.

Se probabilmente è mancata un po’ di quell’adrenalina che danno le gare del Motorsport, ci ha pensato Porter, uno splendido mix bearded collie, a mettere un po’ di pepe alla live con un fuori pista, che non ha macchiato comunque la sua prestazione.

Di primo acchito può sembrare un’iniziativa esclusivamente commerciale, simpatica di certo, estremamente curiosa, geniale e chi più ne ha più ne metta. Ma il vero scopo di questa attività era puro e profondo, e dovrebbe farci riflettere, oltre a spingerci ad adottare un “bastardino”, fine ultimo della campagna.

Questi autisti a quattro zampe non avranno il pedigree, ma non valgono meno dei loro simili che vengono venduti a peso d’oro. Chi ha vissuto anni dentro ad un box, merita di vedere, prima o poi, la bandiera a scacchi sventolare. 

#noadv

Lo strabiliante video di Monty, il primo cane al mondo (della Spca, organizzazione internazionale per la protezione degli animali) che ha imparato a guidare.

Tutte le foto: Facebook/ Drivingdogs

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