Australia, i cittadini sono stati chiamati a contare gli uccelli
Si è appena conclusa la prima fase del censimento annuale: un grande progetto di citizen science che da anni coinvolge la popolazione. Ed è fondamentale per stimare le specie più rischio come il kookaburra, che un tempo era molto diffuso e ora sta scomparendo.
di RedazioneLa prima fase del censimento è stata archiviata con successo. Ora ci vorranno, però, ancora diverse settimane per elaborare i dati. Quella andata in scena fino a giorni scorsi è, infatti, la parte operativa del programma “Aussie bird count”, il più grande progetto di citizen science australiano.
Iniziativa che da dieci anni chiama a raccolta la popolazione per segnalare e catalogare tutti i volatili che solcano i cieli dello Stato. L’obiettivo è chiaro: raccogliere dati che saranno poi utilizzati dai più importanti centri di ricerca e parallelamente avere una stima del numero di uccelli presenti in ogni area del Paese.
Partecipare del resto è semplice, e tutto è agevolato da specifiche app per smartphone (anche se si può iniziare semplicemente con carta e penna e poi inviare i dati per via telematica). Si tratta, infatti, di annotare i volatili che si osservano in ogni sessione.
Venti minuti al giorno è il tempo richiesto: tutti gli uccelli che si vedono nel proprio giardino o nel parco pubblico più vicino, vanno inseriti. Per tutta la durata del censimento. E alla fine i dati vanno inviati all’organizzazione che poi procederà a analizzarli, aggregarli e inserirli nel database. Dalle 9mila persone del 2014, così, si è passate alle circa 80mila delle ultime edizioni, segno che il progetto stia facendo breccia nel cuore degli australiani.
Senza dimenticare le ricadute positive per comprendere lo stato di forma di questi animali. Da sempre tra i primi chiamati a fare i conti con la mutazione dei fenomeni climatici. Nelle città australiane, ad esempio, ci sono sempre meno uccellini di piccole dimensioni e sempre più gazze ladre e pappagalli. Così tra le specie in declino, anche piuttosto rapido, c’è il kookaburra. Volatile che appena pochi anni orsono era molto presente e che oggi, invece, vede ridursi drasticamente il proprio numero. Circostanza di cui si sono già accorti gli osservatori volontari che hanno partecipato al progetto.
(Foto d’apertura: IPA)
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