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Votata una legge storica: entro 6 anni ripristinare il 20% degli ecosistemi d’Europa

Lo ha fatto il Parlamento Europeo: un’audace iniziativa per la salvaguardia della natura, che prevede per il 2050 il ristoro di tutte le terre e di tutti i mari d’Europa. Un impegno senza precedenti per la natura. Ma il destino della legge è ancora incerto.

di Silvia Stellacci
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Il Parlamento Europeo ha votato a favore di un’audace iniziativa per salvaguardare la natura e garantire un futuro più sano per il nostro pianeta: la Nature Restoration Law o Legge sul Ripristino della Natura. Con 329 voti favorevoli, 275 contrari e 24 astenuti, l’Unione Europea (UE) ha dato il via libera a un provvedimento destinato a ripristinare gli ecosistemi terrestri e marini del continente.

La norma si pone l’obiettivo ambizioso di ripristinare almeno il 20% delle terre e dei mari dell’UE entro il 2030 e di estendere questo intervento a tutti gli ecosistemi entro il 2050. Un impegno senza precedenti per riportare in equilibrio la natura e proteggere la biodiversità.
Gli Stati membri dovranno concentrarsi sul ripristino degli habitat degradati, che vanno dalle foreste alle praterie, dalle zone umide ai coralli. L’obiettivo è garantire che almeno il 30% di questi habitat sia riportato a uno stato di salute ottimale entro il 2030, con una percentuale che cresce al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050.

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Gli incendi hanno devastato grandi aree australiane. Foto: @australiafiresrelief


La legge include e si estende anche agli ecosistemi agricoli, ponendo l’accento sulla biodiversità in queste aree cruciali. Gli agricoltori saranno incoraggiati a ripristinare le torbiere drenate – zone umide che ospitano un’enorme biodiversità e riducono il rischio di inondazioni – e a implementare misure per migliorare almeno due di questi tre fattori: indice delle farfalle comuni, percentuale di superficie agricola con elementi caratteristici del paesaggio con elevata diversità, stock di carbonio organico nei terreni minerali coltivati.
Dovranno, poi, adottare misure anche per migliorare l’indice dell’avifauna comune, dal momento che la varietà di uccelli è un buon indicatore dello stato di salute generale della biodiversità.

La maggioranza dei parlamentari ha dimostrato un chiaro impegno verso la salvaguardia dell’ambiente. Il relatore della legge, César Luena, ha sottolineato l’importanza storica di questa legge, che sancisce il passaggio dalla protezione alla restaurazione della natura. «Vorrei ringraziare i ricercatori per averci fornito le evidenze scientifiche e per il loro impegno nel combattere il negazionismo climatico. E vorrei ringraziare anche i giovani per averci ricordato che non abbiamo né un pianeta B, né un piano B», ha dichiarato Luena.

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L’inquinamento da plastica ha distrutto buona parte degli ecosistemi marini. Foto: IPA


Anche il WWF Italia ha accolto con favore l’approvazione della legge, «la migliore risposta alla campagna di disinformazione che è stata condotta negli ultimi mesi contro le politiche del Green Deal europeo», ha sostenuto Dante Caserta, Responsabile Affari Legali e Istituzionali del WWF Italia. «Siamo soddisfatti della scelta degli eurodeputati di aver dato ascolto alla scienza e di aver respinto posizioni populiste e antiscientifiche. Ora chiediamo al Governo italiano di cambiare rotta e approvare una legge necessaria per il benessere della natura e delle persone».

L’iter di approvazione della Nature Restoration Law non si è infatti ancora concluso. La legge dovrà passare per il vaglio del Consiglio dell’Unione Europea, dove – stando alle dichiarazioni di voto finora rese pubbliche – l’Italia voterebbe contro, insieme a Paesi Bassi e Svezia, mentre si asterrebbero Belgio, Polonia, Finlandia e Austria.
Per il placet finale potrebbe essere decisivo il sostegno dell’Ungheria, che ancora non si è espressa al riguardo. In base al sistema di voto a maggioranza qualificata utilizzato nelle votazioni del Consiglio, la legislazione ha bisogno del sostegno di almeno 15 Stati membri che rappresentino il 65% o più della popolazione dell’UE.
Se l’Ungheria voterà contro o si asterrà, la legge sarà respinta, ma un ripensamento da parte di uno dei Paesi che al momento non intendono approvare l’accordo politico potrebbe cambiare la situazione, indipendentemente da ciò che desidererà fare Budapest.

In apertura: Spazzatura, plastica e petrolio hanno soffocato la fauna. Foto: IPA

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