Allarme inquinamento negli oceani. Anche i delfini sono minacciati dai PFAS 

Preoccupazione e allarme. Sono le parole utilizzate da diverse associazioni ambientaliste per commentare gli ultimi dati sull’inquinamento dei mari australiani. A sollevare più di un timore, infatti, sono state le analisi condotte sui tursiopi spiaggiati lungo le coste del Victoria che mostrano concentrazioni elevatissime di PFAS  

I PFAS sono sostante chimiche presenti praticamente ovunque, negli imballaggi alimentari, nelle pentole antiaderenti, ma a livelli elevatissimi – e questo deve farci riflettere – anche nelle acque a largo di Melbourne. Si è scoperto rilevando le concentrazioni epatiche nei delfini tursiopi Burrunan, risultate le più alte mai campionate finora.  

A rivelarlo è un nuovo studio scientifico ad opera della Marine Mammal Foundation, del RMIT e della Melbourne University, pubblicato sulla rivista Science of The Total Environment. Le analisi sono state condotte nell’Australia sud-orientale tra il 2006 e il 2021, dove sono stati raccolti campioni di 38 esemplari di quattro specie di cetacei spiaggiati lungo le coste dello Stato del Victoria. 

Tra i più colpiti i Burrunan, riconosciuti come specie nel 2011 dalla Marine Mammal Foundation, e ritenuti dagli esperti a serio rischio estinzione. Si stima attualmente una popolazione di circa 250 individui, estremamente vulnerabili anche per via degli inquinanti.

I tursiopi, come altre creature del mare, si nutrono infatti di pesci, e ingerendoli per interno ne consumano quindi anche il fegato. Organo in cui si accumulano proprio queste sostanze nocive che peraltro non vengono più prodotte in Australia ma che evidentemente arrivano da quelle parti grazie alle correnti. Ecco perché gli esperti sono convinti della necessità di approfondire le indagini e chiarire l’esatta portata del fenomeno. Con l’obiettivo primario di salvare questi delfini e tutto l’ecosistema marino.   

(Foto d’apertura: IPA)

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