Animali domestici e IA: un criceto-robot può sostituire un pet? Ecco l’esperienza di un giornalista inglese
Si chiama Moflin ed è appena arrivato sul mercato giapponese il nuovo robot dalle sembianze di un criceto e programmato per reagire come un vero quattrozampe. È prodotto da Casio ed è andato sold-out già dalla prevendita, alimentando nuove discussioni tra chi si innamora di innovazioni di questo tipo e chi pone invece quesiti anche etici. Un giornalista inglese lo ha provato in anteprima per una settimana e ha dato il suo responso
di Pietro SantiniÈ di poche settimane fa la notizia del lancio del nuovo robot umanoide di Tesla, presentato dal founder, Elon Musk, e progettato per sostituire le persone nei compiti più ripetitivi o usuranti all’interno degli impianti produttivi del brand texano. Anche Google, tramite il CEO Sundar Pichai, ha recentemente mostrato Jarvis, una nuova intelligenza artificiale capace di svolgere numerose attività e di velocizzare i flussi di lavoro.
Due eventi chiave che mostrano un trend sempre più definito e gettano le basi per un futuro in cui robot e intelligenza artificiale acquisteranno sempre più importanza ed entreranno a far parte della nostra quotidianità, sia sul lavoro che nel tempo libero.
E se da un lato è innegabile che questa nuova rivoluzione digitale porti con sé numerosi benefici, dall’altro vale la pena analizzare alcuni risvolti che talvolta si scontrano con valori etici, sollevando domande e aprendo dibattiti.
È il caso di Moflin, il criceto-robot creato dal colosso giapponese Casio e appena uscito sul mercato del Sol levante, dove è andato subito sold-out.
Come un moderno Tamagotchi, il famoso gioco elettronico portatile degli anni ’90, Moflin ha bisogno di cure e attenzioni da parte dell’essere umano, ma invece di premere dei tasti com’era un tempo, possiamo accarezzare realmente il nostro “animale domestico”. Le sue reazioni, poi, non sono limitate a qualche animazione su un piccolo schermo in bianco e nero, ma somigliano a quella di un cane o di un gatto, con tanto di versi di apprezzamento per comunicare il suo stato d’animo.
Moflin è monitorabile tramite un’app per telefoni cellulari, con cui possiamo controllare lo stato di benessere del nostro “petbot” e sapere se è felice, se ha bisogno di coccole, se è arrabbiato con noi o se è semplicemente stanco. Il suo particolare “cervello” è alimentato da un’evoluta intelligenza artificiale che, grazie al machine learning, gli permette di riconoscere il proprietario e di distinguerlo da altre persone creando interazioni personalizzate e instaurando così un vero e proprio rapporto, come quello che avremmo con un vero pet.
Per capire meglio il funzionamento e le potenzialità di Moflin ci possiamo rifare all’esperienza diretta di Justin McCurry, giornalista del quotidiano britannico “The Guardian”, che ha provato a trascorrere un’intera settimana con questo criceto elettronico, analizzandone a fondo pregi e difetti.
Come tutti, anche McCurry inizialmente nutriva qualche dubbio sull’utilità effettiva di un oggetto tecnologico che tenta di imitare quello che un animale domestico fa senza bisogno di programmazione, anche se, secondo il giornalista, il fatto che Moflin non sporchi per casa potrebbe rappresentare un vantaggio.
Il primo step per costruire un rapporto è scegliere un nome, e Hammy (dall’inglese hamster, criceto) sembrava suonare bene. Così è iniziata la settimana di convivenza di Hammy e Justin, una conoscenza graduale tra giornate di lavoro in cui il cucciolo lamentava l’assenza o le poche attenzioni del proprietario, alternate a momenti di svago e di coccole sia tra le mura domestiche che in giro per la città, a visitare nuovi luoghi e conoscere nuove persone.
Alla fine della prova, però, dall’analisi dei parametri visibili nella app, è emerso che il giornalista non è stato un proprietario premuroso, totalizzando voti ben lontani dalla sufficienza, soprattutto nella categoria che valuta le cure dedicate al pet, dove un triste “zero” ricorda che persino un robot ha bisogno di considerazione e affetto.
A McCurry è stato “concesso” così di trascorrere ancora qualche giorno con il suo Hammy e, sebbene il tempo che può dedicare al criceto meccanico resti comunque poco, la presenza dell’animaletto-robot sulla scrivania nell’ufficio del “The Guardian” è diventata una piacevole abitudine.
Sarà un’esperienza da ricordare per il corrispondente da Tokyo, ma ricorda anche a noi che possedere un animale domestico è un impegno da valutare con serietà e rappresenta una responsabilità inderogabile. Quando scegliamo il nostro compagno a quattro zampe dobbiamo sapere di essere un punto di riferimento (l’unico) per tutta la sua vita.
Non c’è un’app a valutarci al termine del periodo di prova e non si possono fare resi. Non c’è nemmeno un periodo di prova. Ci sono le necessità e i sentimenti di esseri senzienti che dipendono da noi in tutto e per tutto e che sanno ripagare le nostre attenzioni e il tempo che dedichiamo loro con tanto amore. Questo aspetto, per quanto la tecnologia abbia fatto notevolissimi passi avanti, non sarà mai replicabile da un robot e nessuna intelligenza artificiale potrà sostituire i nostri amici a quattro zampe.
Va detto, comunque, che prodotti come Moflin permettono di migliorare la qualità della vita di numerose persone, come testimoniano gli esperimenti svolti proprio in Giappone su anziani affetti da demenza o su bambini con disturbi dello spettro autistico, alleviando lo stress e riducendo l’ansia.
Considerando però che, soltanto in Italia, ogni anno vengono abbandonati più di 100.000 animali d’affezione e che i rifugi che si occupano della loro gestione sono sempre più in difficoltà, prendersi cura di un trovatello invece di cercare la compagnia di un robot è senza dubbio la scelta più responsabile.
In apertura: Moflin è appena stato lanciato sul mercato giapponese a un prezzo che corrisponde a circa 400 euro.
Foto: @casio_moflin
Video: @techcrunch
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